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Il processo di Fiumedinisi in appello il 22 novembre

Il processo di Fiumedinisi in appello il 22 novembre

Il 22 novembre si ricomincia. In Corte d’appello si aprirà il processo di secondo grado per il “sacco edilizio di Fiumedinisi”, che in questo caso dopo la sentenza “spartiacque” del primo grado tra assoluzioni e dichiarazioni di prescrizione dei reati, oltre all’attuale sindaco di Messina Cateno De Luca, coinvolto però come ex primo cittadino del centro ionico, vede imputate altre sette persone (le qualifiche sono riferite all’epoca dei fatti, siamo nel 2011): il fratello Tindaro (detto Gino), il funzionario del Comune di Fiumedinisi Pietro D’Anna, il presidente della Commissione edilizia Benedetto Parisi, Giuseppe Bertino (componente della giunta municipale di Fiumedinisi), Salvatore Piccolo (giunta comunale), e infine Grazia Rasconà (vicesindaco di Fiumedinisi). Si tratta solo di una parte degli imputati del processo di primo grado, che erano in tutto diciassette.

Un’inchiesta nata nel 2011

L’indagine sul “sacco edilizio” di Fiumedinisi, condotta nel 2011 dai carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura, ruota sui lavori finalizzati alla costruzione di un albergo con annesso centro benessere della società “Dioniso srl”, all’edificazione di 16 villette da parte della cooperativa “Mabel” e alla realizzazione di alcuni muri di contenimento del torrente Fiumedinisi. Secondo l’impostazione accusatoria della Procura, l’ex sindaco di Fiumedinisi De Luca sarebbe stato agevolato mediante l’approvazione della variante al Prg nell’edificazione dell’albergo di contrada Vecchio, ricorrendo anche ai finanziamenti per la messa in sicurezza del torrente e del “Contratto di Quartiere II”. All’ex primo cittadino di Fiumedinisi in primo grado erano contestati l’abuso d’ufficio e la tentata concussione.

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