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Atm, aumentano solo disagi e straordinari

Atm, aumentano solo disagi e straordinari

Diminuiscono gli autisti, aumentano gli straordinari all’Atm. Si riducono le linee, aumentano i disagi. E pian piano le “conquiste” faticosamente ottenute negli ultimi anni, grandi o piccole che fossero, rischiano di andare perdute. A partire da una cultura, quella dell’utilizzo del trasporto pubblico locale, che solo negli ultimi tempi aveva trovato nuova linfa. Anche grazie ad iniziative, come il 79 notturno per la movida estiva o la combinazione parcheggio Torri Morandi-navette per le spiagge nella località balneare per eccellenza dei messinesi, Capo Peloro.

Tutto questo viene messo drasticamente in discussione dalle prime mosse, sul fronte della mobilità urbana, dell’amministrazione De Luca. La legittima esigenza di approfondire processi e dinamiche in corso si è trasformata in una meno comprensibile voglia di resettare anche quanto di buono era stato costruito. Ma ciò che è più grave, è stato fatto senza tenere in debita considerazione le inevitabili conseguenze. Che rischiano di essere di tipo legale ed economico, ovviamente, quando si parla di gare già espletate e di conseguenti diritti maturati (le assunzioni tramite agenzia interinale). Ma sono già, ed è un dato di fatto, di tipo sociale, laddove i disservizi iniziano a toccarsi con mano.

Va fatta una precisazione. Le 31 assunzioni interinali a tempo determinato che l’Atm aveva previsto, da aggiungere alle 44 già formalizzate un anno fa, non servivano a coprire il “buco” provocato dalle legittime ferie degli attuali autisti, ma anche e soprattutto a tamponare un vuoto che è strutturale. Perché nel frattempo i dipendenti Atm vanno in pensione, secondo i calcoli aziendali entro il 2020 saranno 46 le uscite. Ciò significa che i disagi di questi giorni, con linee che di fatto saltano ormai quotidianamente, non svaniranno a settembre ma, anzi, aumenteranno, perché a quel punto, con l’inizio della scuola ed il rientro dalle ferie anche del resto dei messinesi, aumenteranno anche le esigenze dell’utenza.

In queste settimane in media rientrano anticipatamente nel piazzale dell’Atm dai sei ai dieci autobus. Chi rientra non lo fa perché non ha voglia di lavorare, ma perché ha già svolto anche lo straordinario, oltre al servizio regolare. E il monte straordinari è già schizzato alle stelle, basti pensare che ci sono giornate con 45 turni di straordinario. C’è chi ha accumulato tra le 80 e le 100 ore. E in molte zone della città si soffre. In gran parte dei villaggi collinari è stata eliminata la seconda vettura, il 79 notturno che spesso rappresenta una valida e sicura alternativa ai mezzi privati nel caos della movida è sceso da 7 a 2 autobus. È rimasta una sola navetta a Capo Peloro, con la conseguenza che un servizio fiore all’occhiello si sta trasformando in un intollerabile disagio. La domanda che rivolgiamo al sindaco e all’assessore è: a quale logica di mobilità urbana risponde tutto questo?

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