Entusiasmo, ottimismo ma anche cautela. La prospettiva ripescaggio ha ridato slancio alla società presieduta da Pietro Sciotto dopo la bufera scatenata dal caso Cozza. Il Messina ha, sulla carta, la possibilità di rientrare nel calcio che conta ma servirà capire anche come si muoveranno i competitor. Partiamo dalla certezza e cioè dai sette posti disponibili, che rimarranno tali, se dovesse essere respinto il preannunciato ricorso dell'Avellino, estromesso dalla serie B. Ad aspirare al ripescaggio ci sono le seconde squadre dei club di massima serie, in totale dovrebbero essere due/tre , le retrocesse dalla C e quelle della D già in graduatoria, come Cavese e Como che hanno partecipato ai play-off e che hanno la precedenza sulle altre aspiranti della stessa categoria com'è appunto il Messina. L'obiettivo della Lega di Serie C guidata da Gabriele Gravina è quello di arrivare a coprire i 60 posti previsti e ad, occhio e croce, non dovrebbero esserci sorprese in tal senso. Ad occuparsi degli aspetti legati al ripescaggio è Lello Manfredi, ex presidente e dg del club nelle passate stagioni. Ed è sempre lui a tenere i contatti con federazione e lega di serie C. Se ne saprà di più la prossima settimana anche perché non tutte le società possono permettersi l'esborso economico previsto per il ripescaggio, tra fondo perduto, iscrizione e fideiussioni, balla in pratica 1 milione di euro. In questo contesto il Messina ha, però, la necessità del piano B, cioè programmare la serie D nel caso in cui non si concretizzi il ripescaggio. Già pronto l'allenatore Beppe Raffaele, ma sui calciatori da ingaggiare pesa l'incertezza di questi giorni. L'ultima parola, come sempre, al presidente Pietro Sciotto che aspetta gli eventi con fiducia.