Il gup di Messina, Simona Finocchiaro, ha rinviato a giudizio Cateno De Luca, sindaco di Messina, per il 'caso Fenapì, la Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori. Al centro una presunta maxi evasione fiscale che vede coinvolto oltre a De Luca anche altre nove persone. Il rinvio a giudizio è stato disposto per il 21 giugno 2019 davanti al giudice monocratico ma solo per alcune ipotesi. Cade l’accusa di associazione a delinquere, il gup, infatti, ha disposto il non luogo a procedere e ha prosciolto anche per altri capi. Non luogo a procedere è stato disposto anche per il Caf Fenapi. Nel corso dell’udienza preliminare il pubblico ministero Francesco Massara aveva fatto una contestazione suppletiva allargando fino all’anno 2013. Inoltre è stato disposto lo stralcio per Domenico Magistro che ha chiesto il giudizio con l’abbreviato. La sua posizione sarà tratta ad ottobre. Tutti gli altri hanno invece proseguito con il rito ordinario. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura sulle esigenze cautelari proprio per la vicenda Fenapi. Cateno De Luca, finito ai domiciliari lo scorso novembre due giorni dopo l’elezione all’ Assemblea regionale siciliana, era tornato libero quasi subito su disposizione dello stesso gip, poi anche il tribunale del Riesame aveva annullato l’ordinanza ed il sequestro preventivo fino 1.742.934,50 euro che era stato disposto inizialmente. La procura aveva presentato ricorso in Cassazione che lo ha dichiarato inammissibile dando ragione a De Luca.
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