C'è un progetto delle Ferrovie che prevede la nascita di una società di navigazione interamente pubblica per i collegamenti veloci tra le due sponde dello stretto. Dovrebbe mascere con la cessione di un ramo d'azienda di Bluferries, con l'acquisizione del personale marittimo e dei mezzi che oggi effettuano il servizio tra Messina e Villa San Giovanni. E' un progetto figlio dell'ultima finanzaria approvata dal governo Gentiloni. Un emendamento specifico ampliava il concetto di continuità territoriale sullo stretto anche al traghettamento pedonale. Piace anche ai sindacati, ma alcune cose non convincono. La Uil, con la Uiltrasporti, ha scelto di spiegarle in un lunghissimo comunicato. C'è un problema legato prima di tutto ai fondi: Bluferries garantisce oggi 9 collegamenti giornalieri con Villa, con un costo medio di 3 milioni l'anno e un incasso biglietti di appena 700mila euro. La nuova società dovrebbe, nelle intenzioni, garantire la presenza di un secondo mezzo, ma l'investimento aggiuntivo sarebbe solo di un milione e seicento mila euro. In totale, ci sarebbero, insomma, appena 4 milioni e 600mila euro, a fronte degli otto che servirebbero, secondo la Uil, per un servizio efficiente e funzionale, oltre che basilare per il concetto stesso di continuità territoriale. Il sindacato si chiede poi se queste risorse siano da considerarsi parte di un nuovo capitolo di spesa o facciano parte del già esistente contratto di servizio. In questo caso, la situazione sarebbe ancora peggiore, perché si rischierebbe di dover togliere soldi altrove, magari dal traghettamento dei pochi treni rimasti. La tratta Messina – Villa battuta ogni giorno da circa 10mila pendolari, secondo la Uil, andrebbe finanzata dallo Stato, proprio come accade per la Messina – Reggio, gestita da Liberty Lines, al costo di sette milioni di euro l'anno. Rafforzare Reggio e rendere efficiente anche Villa deve essere l'obiettivo, nella logica di quella continuità territoriale della quale si parlava nella finanziaria e della quale si parla quotidianamente sulle due sponde dello stretto. Per questo Uil e UilTrasporti hanno scritto alla Regione e alla Conferenza Permanente Interregionale per il coordinamento delle politiche nell'area dello Stretto, ma anche alla commissione trasporti della Camera e al Comune per chiedere di fare pressioni perché si acceleri l'iter per la nascita della nuova società, ma anche per ottenere nuove risorse da destinare ai collegamenti tra le due sponde dello stretto. Il parlamento europeo, si legge nella nota, ha riconosciuto la condizione di insularità a Sicilia e Sardegna, che significa dover tenere conto delle caratteristiche del territorio nella programmazione dei fondi strutturali. Bisogna far sentire la propria voce, per ottenere attenzioni e investimenti indispensabili per rilanciare il servizio e restituire centralità alla città. In tema di centralità, c'è anche la questione del porto storico. La Uil chiede che venga rilanciato, ripristinando i progetti in essere e riaprendo ai famosi fondi Pon Metro, ma anche rimettendo in servizio le navi Bluferries, oltre ai mezzi veloci, per restituire a Messina il ruolo strategico di hub passeggeri e porta della Sicilia.