C’è una pista ben precisa. E ci sarebbe colui (o coloro) che ha dato alle fiamme l’auto del sindaco di Novara di Sicilia Girolamo Bertolami nelle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza di piazza Antonello.
I carabinieri della Compagnia Messina Centro, agli ordini del capitano Paolo De Alescandris, stanno intensificando le indagini sul grave gesto, con l’obiettivo di dare il prima possibile un nome e un volto all’incendiario ed assicurarlo alla giustizia. Hanno acquisito i video di alcune telecamere, una comunale e le altre installate da titolari di attività commerciali fuori dai propri locali. Immagini che avrebbero ripreso l’atto di chiara matrice dolosa. Pochi dubbi, inoltre, sulla causa scatenante: chi ha agito lo ha fatto come ritorsione ai danni della moglie di Bertolami, una docente che insegna nella scuola elementare di Bisconte. Dopo averla minacciata, nei mesi scorsi, con sinistri avvertimenti, qualcuno è passato alle vie di fatto. Così, nella notte tra venerdì e sabato corsi, intorno alle 3, ha raggiunto l’Audi A3 intestata al primo cittadino del centro tirrenico (che insieme alla consorte risiede a Messina), ha frantumato il parabrezza del veicolo e ha lanciato nell’abitacolo presumibilmente una bottiglia incendiaria. Le fiamme si sono propagate velocemente, fino all’arrivo dei vigili del fuoco, che hanno spento il rogo senza troppi patemi d’animo. Distrutta per metà la vettura e comunque ormai fuori uso. Accertato che dietro l’episodio vi fosse la mano dell’uomo, il personale in forza al 115 ha chiesto l’intervento sul posto dei carabinieri. Da quel momento, i militari dell’Arma si sono messi al lavoro per dare una chiave di lettura all’incendio e per risalire al responsabile. Nell’immediatezza, raccolte le testimonianze sia del proprietario del mezzo di trasporto che della moglie, con l’obiettivo di individuare, innanzitutto, il destinatario. Successivamente, gli investigatori sono entrati in possesso dei filmati registrati dalle telecamere lo scorso weekend. Quindi, un altro importante passaggio: i militari dell’Arma hanno sentito a sommarie informazioni un gruppetto di persone. E non si esclude che nelle prossime ore chi adesso è sospettato del crimine possa essere raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare
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