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Moise, un bimbo senza famiglia

ospedale generico

Solo in vita e anche in morte. Una storia tristissima qualla di Moise che anche dopo la sua morte avvenuta ieri al Policlinico non cambia aspetto. Stamattina si sono recati a visitare la salma i genitori naturali del bambino nato da una donna rumena che non ha mai potuto occuparsi di lui e della sua malattia, una patologia cerebrale che lo ha costretto dalla nascita su un letto di ospedale. La storia del bimbo, nato a Polistena e ricoverato al Policlinico di Messina da quasi un anno, ha commosso tutti. Moise aveva più di due anni ma nella sua breve vita non ha mai vissuto in famiglia. Una storia complicata. I genitori di origini molto umili non hanno potuto assisterlo e così il piccolo è stato affidato dal tribunale per i minorenni ad una famiglia adottiva di Cagliari, l'unica disponibile in tutta Italia ma purtroppo lontana dal luogo di ricovero, l'ospedale di Messina appunto. Una degenza lunga e delicata soprattutto per le infezioni che si possono contrarre in corsia. Le aveva superate quelle che erano sopraggiunte negli anni. A dicembre scorso, quando tutto sembrava stabilizzato, era stato fatto il possibile per trasferire Moise in Sardegna. Tanta burocrazia ha impedito per mesi il viaggio assistito e a maggio una nuova infezione ha aggravato il quadro clinico compromettendo il suo spostamento. Ieri mattina dopo due arresti cardiaci il cuore del piccolo si è fermato per sempre scuotendo gli animi di chi di lui si era occupato e pensava di potergli rendere meno grave la malattia donandogli l'affetto di una famiglia vera nonostante le cure amorevoli del personale del Policlinico che ormai lo aveva, in un certo senso, adottato. Adesso il piccolo ha lasciato definitivamente quella camera di terapia intensiva, al suo posto un profondo senso di impotenza.

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