La verità s’impone dopo quattro anni di silenzi, coperti dall’eco di accuse infamanti che avevano colpito la dignità e il profilo morale del prof. Mario Centorrino, docente all’Università di Messina, ex assessore regionale del governo Lombardo, e dell’ex dirigente regionale della Formazione professionale, Ludovico Albert.
Ad avallare quelle accuse, con un’intervista al quotidiano “Il Sole 24 Ore” era stata Nella Scilabra, che aveva ereditato la delega alla Formazione nella giunta regionale guidata da Crocetta: «Abbiamo trovato rendiconti che non venivano chiusi dal '98. Nel 2011 per legalizzare la truffa è stato inventato il costo standard – aveva dichiarato Scilabra –. Da allora un ente riceve 129 euro per ogni ora di corso, indipendentemente dal costo reale sostenuto. Nel resto d'Italia il costo standard è di 80 euro. La novità che ho introdotto è l'obbligo di rendicontare comunque i 129 euro».
Parole che aprirono ferite, oggi parzialmente cicatrizzate da un atto di sconfessione della stessa Scilabra, indotta al “dietrofront” da un’azione legale che l’ha costretta a disconoscere quelle accuse condensate dal titolo: “Sicilia, la finta Formazione costa 3 miliardi”. Ludovico Albert e Mario Centorrino, assistiti dall’avvocato Salvatore Ferrara, avevano citato in giudizio Nella Scilabra, ritenendo queste dichiarazioni lesive della loro reputazione personale e professionale. Con l’obiettivo di chiudere il contenzioso, l’ex assessore Scilabra ha rettificato con una lettera quanto pubblicato sul quotidiano: «L’Unità di costo standard, infatti, non ha legalizzato alcuna truffa, ma si è rivelata utile per ridurre i costi e migliorare i risultati, tanto da essere stata in seguito suggerita dall’UE come una best practice e da essere nuovamente riproposta dalla Regione Siciliana. Inoltre, il dato di 80 euro/ora riportato nell’intervista era errato perché, per svolgere la stessa tipologia di corso nel resto d’Italia, l’Unità di Costo Standard era pari a 164 euro/ora e non ad 80 euro/ora, come può evincersi dai dati di Tecnostruttura. Quindi, con l’introduzione delle Unità di Costo Standard, proposta da Centorrino e Albert, è stato avviato un significativo risparmio per le casse regionali superiore alla media nazionale».
Ed ancora: «Devo dare anche atto che i rendiconti allora in sospeso […] non erano imputabili a Centorrino ed Albert».
L’ex assessore Nella Scilabra ha riconosciuto a Centorrino ed Albert il merito di aver avviato un’indagine sui fabbisogni formativi: «Anche l’elaborazione di un’offerta formativa per il mercato del lavoro è stata conseguenza del lavoro di Albert e Centorrino che hanno programmato ed avviato, già nel 2010, l’indagine sui fabbisogni formativi del sistema delle imprese siciliane in collaborazione con il Censis e le parti sociali».
Per il prof. Mario Centorrino si tratta di un riconoscimento postumo. Ma la giustizia della memoria, spesso, è ancora più amara.
La signora Adele Fortino, giornalista, moglie del compianto Mario Centorrino, e Ludovico Albert hanno espresso «piena soddisfazione per il ripristino della verità che nell’articolo de “Il Sole 24 Ore” “era stata gravemente tradita e calpestata». (a.s.)
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