Gli scenari futuri ipotizzabili sono tanti ma di concreto al momento non c'è ancora nulla. Partiamo allora dalle certezze. Dopo la feroce contestazione dei tifosi organizzati, come risposta, il presidente del Messina Pietro Sciotto ha messo in vendita il club. Il termine scadrà il sabato prossimo ma nessuno finora ha manifestato interesse a rilevare l'intero pacchetto e presumibilmente nessuno si farà avanti. Quindi, a mano di clamorosi ribaltoni, l'imprenditore del settore auto cercherà di sviluppare, in un clima di sfiducia, il suo progetto calcistico. A dargli una mano potrebbe essere il gruppo di imprenditori individuato dal candidato sindaco, il professor Dino Bramanti. L'idea iniziale era quella di appoggiare Sciotto con delle cospicue sponsorizzazioni nell'ottica di un possibile ripescaggio. Contemporaneamente allo sfruttamento degli stadi cittadini, Franco Scoglio e Celeste, attraverso una concessione pluriennale che, però, dovrà passare dal nuovo consiglio comunale. Tempi che mal si conciliano con le esigenze di una squadra che, comunque, sta per portare cominciare una nuova stagione benché non abbia ancora un organigramma. In questo contesto c'è anche la proposta del neo sindaco De Luca che ha manifestato disponibilità e interesse sulla possibile concessione degli stadi ma, al tempo stesso, ha ribadito, ed auspicato, che tutte le forze imprenditoriali interessate ad investire sul calcio si uniscano per dare corpo ad unico progetto. Un segnale lanciato anche al Città di Messina che come l'Acr si presenterà al nastro di partenza della serie D. La società di Maurizio Lo Re, sabato prossimo in conferenza stampa, presenterà l'organigramma, peraltro già definitivo, e illustrerà i programmi per la prossima stagione. Il quadro calcistico messinese è piuttosto ingarbugliato e come si dice in questi casi, tutto può succedere.
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