«Calafiore era in grado di ottenere da Longo qualsiasi cosa nell’ottica di una funzione oramai comprata, mentre per me Longo era a disposizione a gettone».
Tra le tante righe dei verbali che l’avvocato Piero Amara sta collezionando in questi mesi davanti ai magistrati di tre procure italiane c’è anche questo passaggio-chiave sul “caso Siracusa”. Ma sono gli omissis collocati praticamente ad ogni passo delle ricostruzioni il vero passaggio giudiziario fondamentale.
Sul “caso Siracusa” ieri mattina al Palazzo di giustizia di Messina si sarebbe dovuto aprire l’incidente probatorio davanti al gip Maria Militello chiesto dalla Procura proprio per cristallizzare le dichiarazioni degli avvocati Amara e Calafiore, ma è saltato tutto per lo sciopero degli avvocati, con due date nuove già concordate: 29 giugno e 3 luglio.
Questa inchiesta però, da quando i due legali hanno cominciato a raccontare tutto, s’è progressivamente allargata interessando oltre alla Procura di Messina anche quelle di Roma e Milano, visto che tra le carte sono emerse “attinenze” con alcune vicende dell’Eni e del Consiglio di Stato.
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