Presenta ancora tante zone d'ombra il caso della quarantenne rumena trovata morta ieri mattina sulla spiaggia di Spadafora. Un giallo dai contorni ancora tutti da definire sul quale stanno lavorando i Carabinieri della Compagnia di Milazzo e la Procura di Messina che ha aperto un fascicolo condotto in prima persona dall'aggiunto Vito Di Giorgio e dal sostituto Federica Rende. Gli investigatori per prima cosa hanno dovuto risolvere il problema dell'identità della donna che non aveva con se documenti. La quarantenne viveva a Fondachello Valdina e risultava disoccupata anche se faceva lavoretti saltuari per mantenersi. La morte, come ha stabilito il medico legale che ha eseguito l'esame esterno, risale al tardo pomeriggio di lunedì. Ma non è stato possibile ancora scoprire perchè la 40enne si sia recata in un tratto di spiaggia poco frequentato se non dai pescatori che tengono le loro barche. E proprio un pescatore ieri mattina alle 7 ha scoperto il cadavere ed ha dato l'allarme. La donna era vestita di tutto punto. Non indossava solo le scarpe che sono state trovate poco distante. Vicino al corpo diverse bottiglie di birra vuote. A chiarire le cause della morte sarà l'autopsia che sarà eseguita all'obitorio del Policlinico dal medico legale Patrizia Napoli. Da un primo esame il corpo non presentava segni di violenza ed è già stato esclusa la morte per overdose. Cosa sia accaduto lunedì sera sulla spiaggia di Spadafora è ancora tutto da stabilire. Come da chiarire è il ruolo del convivente della 40enne, anche lui rumeno. L'uomo ieri è stato sentito a lungo dai Carabinieri. Ha detto che lunedì era a casa e di non sapersi spiegare perchè la sua compagna si trovasse in spiaggia a Spadafora ne con chi si accompagnasse. Fra ieri ed oggi sono state sentite amiche e conoscenti della donna nel tentativo di ricostruire le sue ultime ore di vita e mettere dei punti fermi a questa storia ancora avvolta nel mistero.