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Messina, l’esodo
di cento famiglie

svincolo dall'alto

Dovranno mancare due anni dalle loro case gli abitanti della via Palermo che vivono sotto il viadotto Ritiro. Lo hanno scoperto in questi giorni quando il messo del Tribunale ha  recapitato loro la lettera con la quale il Consorzio autostrade ha formalizzato la necessità dello sgombero per questioni di sicurezza.

Sulla loro testa dovrà essere prima smontato e poi rimontato il viadotto per il quale sono in corso da due anni lavori di messa in sicurezza che costeranno al Cas 43 milioni di euro.

Ben un milione e mezzo di euro saranno spesi, proprio per le cento famiglie che nei prossimi 24 mesi dovranno trovarsi una nuova casa dove abitare prima di poter tornare nella loro a lavori conclusi.

Da settembre inizieranno gli sgomberi, quindi queste 300, forse 400 persone durante l’estate avranno la possibilità di cercare un’alternativa, ammesso che già non l’abbiano.

“Il CAS ha avviato, attraverso il decreto 231/DG dell’8 giugno 2018, le procedure per “l’occupazione temporanea delle aree sottostanti il Viadotto Ritiro” per 24 mesi per potere proseguire negli interventi di adeguamento statico e migliorativo del Viadotto”. Si legge nel comunicato di ieri da contrada Scoppo.

“Tenuto conto – si legge - che i lavori sono in fase avanzata - secondo il cronoprogramma tecnico-amministrativo scaturito dal progetto generale e dall’appalto - si rende, ora, necessario provvedere a sgomberare le aree e gli immobili ricadenti nella parte sottostante il viadotto Ritiro per un limitato periodo, corrispondendo agli occupanti una “indennità omnicomprensiva di occupazione” a carico del CAS”. A ciascuna delle famiglie quindi andrà una somma che coprirà le spese per avere una nuova abitazione per due anni. Una cifra contenuta nelle lettere arrivate in questi giorni e che varia in base alla grandezza del nucleo familiare. Ma non a tutti la procedura è andata a genio. Sin da subito sono scattate le richieste di chiarimento, ma si è andati anche oltre. Un condominio si è rivolto al Tribunale per bloccare i lavori, alcune famiglie hanno chiesto che sia rivista la quota loro destinata. “ Mercoledì avremo una riunione interna per cercare di dare risposte univoche a tutti i cittadini- dice il dg del Cas Leonardo Santoro- potremmo creare un front office, forse un numero unico a cui rivolgersi, per dare tutti i chiarimenti. Era facile immaginare che ci potesse essere qualche precisazione da garantire”.  L’indennità sarà garantita sia a chi vive in casa di proprietà che a chi è in affitto. Sia a chi ha a disposizione una sistemazione in famiglia ( un parente, una seconda casa) che a chi dovrà cercarsi una casa in un’altra zona della città. “Il provvedimento si rende necessario – conclude il Leonardo Santoro – per garantire da un lato la continuità dei lavori e dall’altro per garantire la sicurezza delle tante famiglie le cui abitazioni ricadono nell’area di influenza del Viadotto Ritiro. Un provvedimento che avrà una durata maggiore rispetto la originaria previsione, ma eviterà i ripetuti più brevi abbandoni temporanei.” Nella primissima previsione, infatti, le famiglie, stimate in numero inferiore ( una dozzina con soli 250.000 euro accantonati) sarebbero dovute entrare e uscire dalle loro case per 4 volte con sgomberi di due o tre mesi ciascuno.

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