Nel Messina 2.0 che proverà a dare la scalata al professionismo non ci sarà il direttore sportivo Francesco Lamazza. Ampia la frattura con il presidente Pietro Sciotto su molti aspetti. Un rapporto che si incrinato da dicembre per troppe diversità di vedute. In silenzio, il massimo esponente, da settimane, sta provando a stringere per un nuovo direttore generale perché sul tavolo ci sono questioni importanti come il ripescaggio e gli stadi, argomenti da trattare anche con una certa diplomazia.
Per Sciotto, il rilancio del Messina passa dalla conferma di Giacomo Modica che sulla panchina giallorossa ha raccolto molti consensi per l'ottimo lavoro svolto, in campo e fuori dal rettangolo di gioco. Un matrimonio che, detto per inciso, qualche settimana fa non sarebbe stato messo in discussione. Ma il tempo perso dalla società rischia di essere un fattore decisivo, anche se negli ultimi giorni le parti si sono riavvicinate perché Sciotto è venuto, innanzitutto, incontro alle richieste economiche del tecnico di Mazara Del Vallo. Ma tutto ciò non basta perché per ripartire serve la base, lo zoccolo duro della squadra su cui Modica ha costruito il suo giocattolo. Per questo motivo la prossima settimana sarà quella decisiva. Il progetto passa quindi dalla conferma di buona parte dei migliori della scorsa stagione, Rosafio, Bruno, Migliorini giusto per citare un uomo per reparto, ritornati a casa con qualche mugugno dopo l'esperienza peloritana. Sulle questioni economiche l'ultima parola, secondo le prerogative che gli competono, toccherà al presidente Sciotto che, però, se non vuole sbagliare l'approccio, come nel torneo appena trascorso, dovrà cambiare strategia con i calciatori.
Intanto non è un mistero che Giacomo Modica abbia ricevuto, nel frattempo, altre proposte lavorative, di società di categoria superiore. Da un lato, quindi, il sentimento, cioè il legame che lo unisce quasi indissolubilmente alla piazza di Messina, dall'altro la ragione perché l'allenatore difficilmente accetterebbe di guidare una squadra con troppe incognite. La firma sull'accordo con il sodalizio peloritano rimane, quindi, vicina ma non troppo. Ecco perché il presidente Sciotto, senza quello che considera il “suo” allenatore, anche per le enormi doti morali, potrebbe prendere in considerazione soluzioni estreme. Qualcosa che, comunque, andrebbe contro le regole del calcio perchè i progetti di una società ambiziosa, a prescindere dagli uomini scelti, dovrebbero sempre prevedere piani alternativi a patto, ovviamente, che ci siano le idee chiare su come metterli in pratica.