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Elisoccorso come “taxi”, depone Crocetta

Elisoccorso come “taxi”, depone Crocetta

«Sì, ricordo l’episodio di Picciolo, era allarmato... era in occasione del comizio... mi parlava di un suo figlioccio, il figlio di un suo amico morto, era preoccupato per questo ragazzo che voleva aiutare per affetto che aveva nei confronti del padre... aveva avuto un incidente e rischiava la vita... era in condizioni terribili. Picciolo mi disse che era irriconoscibile con pericolo della vita».

Ha deposto l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, ieri mattina, al processo per il “volo d’elicottero non consentito” del 2013 da Messina a Palermo.

Un caso politico-giudiziario balzato agli onori della cronaca alcuni anni addietro e poi codificato in un processo per peculato, dopo un’indagine della Sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri. Se ne discusse anche all’Ars, al centro l’uso dell’elisoccorso regionale come “taxi” per i politici e i loro amici. La vicenda è quella del trasporto in elicottero, per una spesa secondo la Procura ingiustificata di circa 15mila euro, dell’ex vicepresidente del consiglio comunale di Messina Nino Interdonato, pupillo dell’ex parlamentare regionale dei Dr Beppe Picciolo, che nel luglio del 2013 rimase ferito in un grave incidente stradale, dal Policlinico di Messina all’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo.

La tesi d’accusa è chiara. Interdonato fu trasferito a Palermo, con esborso di denaro pubblico, nonostante vi fosse nella notte tra il 6 ed il 7 luglio 2013 la disponibilità di posti letto al Policlinico e «non sussistessero le condizioni di gravità e di urgenza e le esigenze cliniche che legittimassero l’utilizzo dell’elisoccorso».

E ieri mattina Crocetta è stato sentito come testimone nel processo davanti alla prima sezione penale del tribunale presieduta dal giudice Silvana Grasso, in cui sono coinvolti due medici del 118, che sono finiti nei guai per questa vicenda.

Si tratta dei dottori Pietro Marino, all’epoca responsabile della centrale 118 di Messina e Francesco Cucinotta, dirigente medico del pronto soccorso del Policlinico. L’accusa è di peculato.

I due sono assistiti dagli avvocati Salvatore Giannone e Salvo Versaci, mentre il Policlinico, costituitosi parte civile, è rappresentato dall’avvocato Carmelo Scillia.

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