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Di chi è quel corpo?

lampedusa sbarchi

A chi appartiene il cadavere ritrovato sabato al largo di Capo Rasocolmo, nelle acque antistante il villaggio di San Saba. E' un interrogativo al quale non è stato possibile ancora dare una risposta. Il corpo, recuperato da un vedetta della Guardia Costiera, su segnalazione di alcuni pescatori, si trova all'obitorio del Policlinico dove il medico legale Antonio Messina su incarico del sostituto procuratore Anna Maria Arena, ha prelevato il DNA. L'auspicio è che sia possibile risalire all'identità della vittima attraverso il raffronto con altri Dna, magari quelli disponibili dalle forze dell'ordine nel caso dovesse trattarsi di un pregiudicato. Al momento quello che si sa è che il corpo appartiene ad un uomo di circa 40 anni, di razza bianca che indossava ancora scarpe e calzamaglia. Il cadavere, ormai saponificato, si trovava in mare da circa tre mesi quindi molto difficile anche con l'autopsia scoprire le cause della morte anche se quella del suicidio appare quella privilegiata. Sembra comunque escluso si tratti di un extracomunitario caduto da un barcone come si era paventato in un primo momento. Gli investigatori sono al lavoro per risalire all'identità dell'uomo per capire se vi possa essere un collegamento con il cadavere in avanzato stato di decomposizione scoperto il 27 marzo scorso sulla spiaggia di Valle Muria a Lipari. Una donna, di circa 30 anni, di carnagione chiara che indossava una giacca a vento scura, pantaloni, stivaletti in pelle ed un giubbotto di galleggiamento. Anche in quel caso non una extracomunitaria ma una persona di razza bianca.

Al momento sono in corso verifiche sulle denunce di persone scomparse presentate negli ultimi mesi ma nessuna delle descrizioni in possesso dalle forze dell'ordine corrisponde al cadavere trovato nelle acque di San Saba.

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