A fare scattare le indagini è stata la denuncia presentata da un parente della donna, scomparsa nello scorso mese di febbraio. I tre indagati, rispettivamente di 73, 54 e 21 anni, appartenenti allo stesso nucleo familiare, in concorso tra loro, avevano abusato dello stato di ridotta capacità dell'anziana, sottraendole denaro dai conti correnti ed inducendola ad indicarli quali eredi universali del suo patrimonio attraverso la sottoscrizione di un falso testamento olografo.
Nel tempo la donna aveva perso il controllo delle proprie disponibilità economiche come dimostra l'esame delle movimentazioni bancarie sui conti correnti, in particolare la crescita esponenziale dei prelievi. Per questo motivo, già nel corso delle indagini, su disposizione dell’autorità giudiziaria, dopo la nomina di un’amministratrice di sostegno, era stato eseguito un primo decreto di sequestro preventivo di rapporti bancari e finanziari, vincolando conti correnti, titoli ed obbligazioni per quasi 2 milioni di euro. Alla morte della donna, i tre componenti del nucleo familiare sono tornati alla carica con la presentazione di un testamento olografo che li vedeva nominati eredi universali. Una circostanza alquanto inverosimile che, in realtà, ha fatto ritenere l'atto come il frutto di pressioni e condizionamenti. Pertanto il sostituto procuratore Sarah Caiazzo, che ha diretto le indagini svolte dai finanzieri, ha richiesto ed ottenuto un ulteriore decreto di sequestro preventivo di 21 immobili e 10 ettari di terreni di proprietà della defunta, per un valore stimato di oltre 1,5 milioni di euro. I tre indagati devono adesso rispondere di vari reati: circonvenzione di incapace, falsità in testamento olografo, falso in scrittura privata e falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale.
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