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La “mattanza” mafiosa a Barcellona, 5 condanne

La “mattanza” mafiosa a Barcellona, 5 condanne

Si chiude a Messina con la conferma della sentenza di primo grado, il processo d’appello scaturito dall’operazione “Gotha 6”, sulla serie di omicidi di mafia avvenuti tra il 1993 ed il 2012 nel barcellonese, nella zona tirrenica della provincia di Messina.

Al centro la lunga scia di omicidi che vede al centro Cosa nostra barcellonese. Ed è uno dei tanti capitoli dell’inchiesta della Dda di Messina sulla cosca mafiosa e sulle sue varie propaggini, lungo la dorsale tirrenica della nostra provincia.

Cinque le condanne confermate ieri mattina dai giudici della corte d’assise d’appello presieduta dal giudice Maria Pina Lazzara. Condanna confermata per il boss novarese Tindaro Calabrese, ex capo del sottogruppo dei “mazzarroti”, per Salvatore Chiofalo, Carmelo Salvatore Trifirò e per i collaboratori di giustizia Santo Gullo e Franco Munafò.

Il processo di primo grado, celebrato con il rito abbreviato davanti al gup Monia De Francesco nel febbraio del 2017, si era chiuso con pene che andavano dai 12 ai 30 anni.

In particolare erano stati condannati a 30 anni di reclusione ciascuno Tindaro Calabrese e Carmelo Salvatore Trifirò, e a 12 anni Salvatore Chiofalo. Il gup aveva poi condannato i collaboratori: Santo Gullo alla pena complessiva 18 anni e 4 mesi, e Franco Munafò a 17 anni e 8 mesi.

Tutte queste condanne sono state confermate ieri dai giudici di secondo grado. In più tutti e cinque gli imputati sono stati condannati a rifondere le spese di giudizio alle parti civili “Associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie Antonino Caponnetto”, “Associazione Paolo Vive”, “Associazione Obiettivo Legalità”, “Associazione Codici Onlus Centro per i diritti del cittadino” e “Codici Sicilia”.

Inoltre, per quanto riguarda gli omicidi che erano contestati in questa tranche processuale, due imputati dovranno rifondere le spese legali alle parti civili private: Santo Gullo ai familiari di Salvatore Da Campo, Giovanni Di Paola e Carmelo Grasso; Franco Munafò ai familiari di Giovanni Isgrò e Carmelo Mazza.

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