Non serviva conoscere Ferdi, per raccontare chi era. Banalmente, lo raccontano i suoi occhi, sempre vivi e buoni nelle centinaia di foto che girano in questi giorni, sui social. Quel sorriso stampato sul volto, che guarda oltre, lontano. Più concretamente, lo raccontano le centinaia di post a lui dedicati, le parole di affetto e stima nei confronti suoi e della sua famiglia piovute in questi giorni di dolore. Le lettere degli amici e quelle di insegnanti, compagni di scuola, semplici conoscenti.
Lo dimostra, concretamente, la commozione di chi c'era, ieri mattina, all'Ignatianum, per salutare questo ragazzo dal cuore grande e buono che si è fermato improvvisamente. La chiesa stracolma di gente in lacrime, gli schermi accesi nelle stanze vicine per permettere a tutti coloro che volevano esserci di seguire la funzione. Di salutarlo, per l'ultima volta.
Con il suo cuore, si è fermata una città intera. Commossa da una storia che ancora oggi è difficile da accettare. Lo è per la famiglia di Ferdi, lo è per chi ha avuto la possibilità di conoscerlo. “L'amico che tutti vorrebbero”, “Il migliore di tutti”, “Solare, sorridente, educato e buono”, per citare alcuni dei commenti apparsi sul suo profilo in questi giorni.
Giorni vissuti tra il dramma di ciò che è accaduto e il ricordo di un ragazzo speciale, che ha straordinariamente unito tutti. E' stata una settimana intensa, fatta di emozioni forti. All'Ignatianum, la sua scuola, dove c'è un'aria diversa dalla mattina del primo maggio.
“Diventa ciò che sei” era la frase che aveva scelto per il suo profilo instagram. “Diventa ciò che sei” la scritta sulle magliette che i ragazzi indossavano. “Diventa ciò che sei” la frase che risuona in testa, il giorno dopo, e lo farà, nei giorni a venire. Uno stimolo, un invito a seguire la propria strada, i propri sogni. Una sorta di testamento.
16 anni sono pochi. Troppo pochi per andar via. Non troppo, però, per lasciare un bel segno. E per fare in modo di non andar via davvero. Diventa ciò che sei. Vale la pena di ricordarlo.
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