Il finanziamento, stanziato per realizzare una maxi residenza per i numerosi studenti fuori sede che frequentano la facoltà di medicina e le professioni sanitarie, è di 24 milioni, 12 li stanzierà il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, gli altri 12 l’università di Messina. Da tempo si pensava di trovare una soluzione per i tanti giovani che frequentano i corsi di medicina che, con la mobilità universitaria dovuta alle graduatorie nazionali, sono diventati sempre più numerosi. A questi numeri si aggiungono gli specializzandi in aumento per gli stessi motivi e tutti con obbligo di frequenza rispetto ai colleghi di altri corsi di laurea. Attualmente il 90% degli studenti è sistemato presso appartamenti privati e per i più bisognosi l’università stanzia un contributo. L’idea di agevolare la residenza di questi giovani è stata perseguita dall’ex Rettore Navarra e abbracciata dal neo collega, Salvatore Cuzzocrea che ha annunciato in conferenza stampa, qualche giorno fa, un obiettivo raggiunto che porterà presto al finanziamento per la realizzazione della residenza per 350 posti letto all’interno del Policlinico. Il progetto infatti è stato valutato positivamente dal Miur che in una prossima seduta, che si svolgerà presumibilmente a giugno accrediterà il finanziamento. Poi il bando e l’adeguamento dei locali. Il padiglione individuato è quello in cui si trovava l’ex ginecologia, nel cuore dell’ospedale universitario, il padiglione A. Qui saranno allocati anche una serie di servizi accessori come palestra e mensa.
Ancora bloccato invece l’altro progetto di una struttura ricettiva adiacente al Policlinico. In quest’area abbandonata, accanto al primo ingresso, dove si trova il rudere di una palazzina e tanto degrado, l’Università dovrà realizzare un altro progetto la cui gara d’appalto è stata bandita nientemeno nel 2014 e prevede 42 camere singole su 5 piani. L’appalto è stato finanziato da una delibera del Cipe per circa 4 milioni, ma tutto si è bloccato per la presentazione di un certificato antimafia della ditta vincitrice a cui è seguito un nuovo stop per il successivo ricorso della seconda impresa in graduatoria.