Un reportage tra i commercianti della città. Un gruppo di giovani che ha voluto toccare con mano lo stato di salute, o di crisi, del settore, soprattutto facendo emergere, dalle risposte date, un decalogo con i 5 consigli da seguire e i 5 errori da evitare per aprire un negozio (o per chi un negozio ce l’ha già).
«In un periodo di forte crisi come quella che stiamo attraversando – spiega Guido Mamo, uno dei promotori dell’iniziativa – abbiamo cercato di scattare una fotografia sull’andamento del commercio al dettaglio di Messina. Per farlo ci siamo rivolti ai 30 negozianti più rappresentativi della città. Coloro che, nonostante una crisi senza precedenti, nonostante un evidente abbandono delle istituzioni nei confronti della città e di tutto il Sud in particolare, nonostante un livello di tassazione tra i più alti d’Europa riescono non solo a rimanere aperti, privilegio negato ai più, ma anche e soprattutto a prosperare».
L’80% degli intervistati non è soddisfatto della presenza dei clienti in negozio. Vorrebbe comprensibilmente aumentarla. Alcuni com’è chiaro lamentano gli anni d’oro ormai passati. Su un fatto però tutti i titolari sono d’accordo. Alla domanda “Quali sono i pesi e le zavorre che tengono frenato il commercio a Messina?”, all’unanimità hanno risposto individuando nella mancanza di eventi e di politiche turistiche strutturali, non solo episodiche, le cause principali di uno stallo commerciale della città. Eventi programmati che creino entusiasmo e che concorrano a far tornare ai cittadini di Messina e alla provincia il piacere di frequentare le vie della città. «Su questi importanti temi auspichiamo che ci sia un risveglio – affermano i commercianti – , con un maggiore coinvolgimento delle associazioni di categoria».
«Abbiamo chiesto al nostro campione di intervistati – insistono gli autori del reportage – quanto investissero nella promozione delle loro attività. A parte qualche eccezione, la stragrande maggioranza si è rivelata scettica verso questo strumento di marketing». Ma in realtà anche l’attività promozionale dovrebbe essere rilanciata. Si registra una buona presenza online. Il 95% dichiara di essere presente sui social, con i quali entra e rimane in contatto con la propria schiera di clienti fedeli e/o potenziali. Per quanto riguarda invece, la creazione, la gestione e il monitoraggio della banca dati non tutti i commercianti concordano sulla sua importanza.
«Un tema singolare è emerso dall’intervista – aggiunge Mamo –, ovvero la pesante incidenza del magazzino sul fatturato dell’attività. Alcuni arrivano a lamentare un forte 30%. È difficile, se non impossibile, riuscire a vendere tutta la merce che si acquista». E veniamo al decalogo con i 5 consigli da seguire e i 5 errori da evitare. I consigli: «1) Fare joint-venture con gli altri commercianti. Stringere accordi per scambiarsi la clientela. 2) Migliorare il rapporto con il personale perché un dipendente demotivato è una falla nel sistema. 3) Conquistarsi attraverso un piano di marketing dettagliato la fedeltà dei clienti. 4) Dedicare molto più tempo all’attività rispetto ai tempi passati. 5) Non eccedere nei costi di impianto.
Errori da evitare: 1) Scegliere la location sbagliata che sia poco frequentata, con un poco o inesistente flusso di potenziali clienti che possa essere attratto dalla vetrina. 2) Non fare un’accurata ricerca di mercato scegliendo il proprio target. 3) Evitare di acquistare troppa merce. Il magazzino inciderà profondamente sul fatturato dell’attività. 4) Evitare di chiudere subito l’attività. Ci vuole tempo per farsi conoscere e per far sì che la piantina del tuo brand diventi una quercia solida e vigorosa. 5) Evitare di aprire se sprovvisti di almeno una considerevole esperienza nel settore, sia essa all’interno di altre aziende o in quelle familiari».