Un anno in più. I lavori del viadotto Ritiro dureranno dodici mesi in più del previsto. È la sintesi temporale del nuovo cronoprogramma dallo staff tecnico che lavora sulle operazioni di messa in sicurezza del ponte autostradale sulla via Palermo. La nuova marcia d’avvicinamento al completo rifacimento di 925 metri di viadotto (sul quale si viaggia su una sola corsia dal 2013) presentata dal direttore dei lavori Pietro Certo al Cas, prevede la chiusura del cantiere a 2020 inoltrato. Proprio dodici mesi in più di quanto era stato previsto all’indomani dell’apertura, la scorsa estate, dello svincolo di Giostra. «Fra i principali motivi – spiega il neo direttore generale del Cas Leonardo Santoro – c’è il grande ritardo per la consegna di quelle rampe da parte del Comune. L’auspicio è che Palazzo Zanca, più che in passato, sia parte diligente per accelerare i tempi di tutte i prossimi interventi». In base al nuovo cronoprogramma il via allo svaro (la procedura con cui verrà smontato pezzo per pezzo il viadotto) dovrebbe arrivare a metà maggio. Tutto questo mese che manca servirà per attivare la concertazione, con il Comune, per gli sgomberi delle decine e decine di famiglie che abitano nel rione sotto il Ritiro e, tramite la Prefettura, per le varianti sulla viabilità anche autostradale. Santoro ieri a Palermo ha però anche attivato le operazioni utili a sbloccare un’altra tranche del finanziamento regionale per quest’opera che vale 43 milioni di euro. Sono soldi che, a stato d’avanzamento lavori, finiranno nelle casse della Toto Costruzioni che oggi incontrerà lo stesso Santoro e i sindacati edili di Cigl e Cisl per cercare una via d’uscita al blocco degli stipendi della Ferrobeton, ditta in subappalto del colosso abruzzese, ed i cui dipendenti non percepiscono stipendi da due mesi.
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