Era libero. Ha ammazzato Graziella Campagna sull’erba alta di Forte Campone in quella radura sporcata di sangue innocente, sui monti Peloritani che guardano Messina dall’alto. A colpi di lupara la notte del 12 dicembre del 1985. Diciassett’anni spezzati di una ragazzina pura come un fiore che pensava soltanto a riempire di tovaglie e centrini all’uncinetto la sua cassapanca del corredo per sposarsi un giorno. Un giorno che non ha visto mai.
Aveva un ergastolo sulle spalle. Ed era libero. Gestiva un bar a Firenze come niente fosse insieme al fratello e tra un bicchiere e l’altro commerciava in droga con la Spagna. C’è anche il nome del palermitano Giovanni Sutera, 60 anni a giugno, uno degli assassini di Graziella Campagna, la stiratrice di Saponara uccisa dalla mafia per aver trovato un’agendina compromettente del boss Gerlando Alberti jr - anche lui condannato all’ergastolo in via definitiva per l’uccisione della ragazza -, tra i quattro arrestati di ieri mattina dai carabinieri, nell’inchiesta della procura di Firenze per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
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