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La morte di Lorena Mangano, i giudici sentiranno altri testi

«Nessun rispetto del codice e della vita umana»

Era quasi sera quando i giudici sono usciti dalla camera di consiglio durata quasi sei ore. Ma non hanno letto nessuna sentenza, perché hanno deciso di riaprire il dibattimento, evidentemente vogliono capire meglio alcune cose. Sul caso di Lorena Mangano quindi, la povera studentessa orlandina 23enne travolta e uccisa dall’Audi TT guidata dal finanziere 32enne Gaetano Forestieri nel giugno del 2016, bisognerà ancora attendere per il responso di secondo grado.

La sezione penale della corte d’appello presieduta dal giudice Maria Celi ieri anziché emettere sentenza ha infatti riaperto il dibattimento, pronunciando tecnicamente un’ordinanza di rimessione istruttoria e fissando l’udienza del 12 aprile per sentire due testi: il consulente tecnico del Pm, l’ ing. Santi Mangano, e la teste Antonietta Manganaro. Sono approfondimenti istruttori che i giudici hanno ritenuto necessari per decidere.

L’ing. Mangano era stato nominato consulente tecnico dalla Procura già nella fase delle indagini preliminari e la sua relazione era stata utilizzata anche in udienza preliminare dal gup Salvatore Mastroeni, questo perché i due imputati scelsero il rito abbreviato. In appello, la difesa della famiglia Mangano, nell’ambito di indagini difensive, aveva sentito una teste (la Manganaro) che si trovava in compagnia di un’altra persona già sentita in fase di indagini, e che aveva dato una versione in gran parte diversa.

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