Che siano un pugno negli occhi se ne sono accorti tutti. Probabilmente anche chi ha fatto sì che ci arrivassero in quel posto. L'input, per uscire dall'empasse, arriva dall'imminente processione delle Barette, in programma venerdì 30 marzo. Per consentire alle machine votive di imboccare la salita che conduce alla chiesa dove rientreranno a fine corteo, è necessario smontare le panchine che sono state collocate qualche settimana fa nell'area che un tempo era adibita a parcheggio, tra la cattedrale e il corso Cavour. Il loro smontaggio ed il successivo rimontaggio, ovviamente, è previsto in occasione di tutte le altre processioni cittadine, Madonna della Lettera, Vascelluzzo e Vara.
Ma alla prima occasione, si approfitterà per fare il punto con la soprintendenza con la quale l'amministrazione aveva, a quanto pare, trovato un accordo sulla scelta dei materiali ma non sull'ubicazione. Ma è proprio sui materiali che ci sarebbe tanto da obiettare. Il Korten ed il legno scelti, ma soprattutto lo stile campagnolo, non hanno convinto affatto, anzi. Compreso il modo con cui sono state ancorate al basolato lavico della piazza che, sempre stando ai piani, dovrebbe essere ripetuto ad ogni rimozione e ricollocamento. Addirittura, sembrerebbe che dalla Piazza debbano essere tolte le panchine in pietra grigia che invece nessun impatto negativo sembrano offrire al contesto del luogo.
Incontri sono già stati programmati tra l'amministrazione di Palazzo Zanca e la soprintendenza per studiare una linea condivisa, in sostituzione di una prima versione che, evidentemente, deve esser stata viziata da qualche problema di comunicazione tra le due istituzioni. Intanto alle porte bussa la stagione croceristica e presto a Messina inizieranno a sbarcare con continuità i circa 370 mila turisti previsti per il 2018. E Piazza Duomo sarà pur sempre la loro prima tappa del tour cittadino. E così non ci faremmo una gran figura.