Sono ore decisive per il 41enne notaio travolto domenica da un'auto sul corso Cavour insieme con la fidanzata. Il professionista è ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva del Policlinico in coma farmacologico. I medici che lo tengono sotto controllo lo definiscono in imminente pericolo di vita. Ha subito gravi traumi cranici e facciali, problemi a livello polmonare, frattura scomposta di tibia e perone ma soprattutto il timore che possano sussistere danni cerebrali importanti. Il 41enne è monitorato continuamente nella speranza che possano essere rilevati dei miglioramenti. La compagna, ricoverata al Papardo, ha invece una prognosi di trenta giorni perchè l'auto pirata ha centrato in pieno il notaio che ha compiuto uno spaventoso volo di 22 metri, colpendo solo di striscio la donna.
Intanto è sempre rinchiuso nel carcere di Gazzi il 48enne montenegrino che ha falciato la coppia che stava attraversando la strada sulle strisce davanti all'ingresso di Palazzo dei Leoni. A Redzep Dzemaili il sostituto procuratore Antonio Carchietti gli contesta i reati di lesioni colpose stradali gravissime, omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e di cannabinoidi e resistenza e lesioni a pubblico ufficiali. L'uomo, che guidava ubriaco, drogato e senza patente di guida che gli era stata ritirata tempo da dai Carabinieri, è stato bloccato ed arrestato dopo un lungo inseguimento da un poliziotto libero dal servizio. L'agente lo ha ammanettato in via Della Zecca dopo che il montenegrino si è schiantato con la sua Peugeot 206 contro un palo della pubblica illuminazione.
E sull'aumento degli incidenti stradali e sull'imminente sentenza d'appello nel processo per la morte di Lorena mangano prende posizione l'associazione “Familiari vittime della strada”. Il presidente Giuseppa Cassaniti Mastrojeni ricorda come si sia compiuto un grande passo in avanti con l'introduzione nel nostro ordinamento giuridico della legge sull'omicidio stradale. L'auspicio dell'associazione è che giovedì in appello i giudici sappiano sostenere quel cambio di passo di civiltà confermando la sentenza di primo grado.