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"Per Rino e Tiziano aiutate Sant'Agata"

Morto anche il secondo "poliziotto dei Nebrodi

È trascorsa una settimana dai giorni in cui sono state celebrate le esequie di “due Grandi Appartenenti alla Famiglia della Polizia di Stato”, entrambi in forza al Commissariato di P.S. di Sant’Agata Militello: Calogero Emilio Rino TODARO e Tiziano GRANATA.
Tanto si è scritto - e molto di più si è detto - sui due poliziotti, entrambi morti in circostanze che hanno pervaso di serie perplessità i pensieri di ciascuno di Noi, per il semplice fatto che una casualità così inconsueta non potrebbe far altro che destare quantomeno il dubbio nel pensiero collettivo.
Senza fare alcuna dietrologia, attendiamo gli esiti delle indagini, ed in modo particolare i responsi degli esami di laboratorio, onde fugare ogni dubbio nel pensiero comune, riponendo estrema fiducia nei confronti di tutti gli organi inquirenti impegnati.
Nella nostra memoria rimarranno indelebili i sorrisi puliti di Rino e Tiziano, la loro bontà d’animo ed il loro innato senso di appartenenza verso l’Amministrazione della P.S. . Restano i bei ricordi di due persone semplici e speciali, e restano le ferite causate dalla prematura perdita. Non sarà affatto facile affrontare le sfide future, non lo sarà per i familiari, per gli amici ed i colleghi che hanno avuto il privilegio di condividere esperienze personali e lavorative con due uomini definiti dal proprio dirigente quale “esempio di lealtà e professionalità”.
Nei pensieri di ciascuno di noi rimarranno indelebili gli sguardi smarriti dei nostri colleghi, le lacrime versate con dignità da parte dei familiari, la disperazione dei genitori increduli e basiti, i quali in silenzio continuano a chiedersi cosa mai possa essere accaduto ai propri figli. Resta l’immagine di una bellissima bambina, la figlia di Rino, la quale con orgoglio indossava il copricapo del padre, e con la magica innocenza della propria tenera età era felice del regalo ricevuto dal papà! .
Rino e Tiziano, ancora una volta uniti, legati in vita da un rapporto di amicizia, ma soprattutto dalla medesima passione: ESSERE SBIRRI.
Entrambi, nel silenzio delle serrate indagini, hanno dimostrato un valore incommensurabile, prodigandosi nelle notti più buie e più fredde alla ricerca di ogni elemento utile e necessario per ristabilire la legalità, in un territorio in cui “le mafie” ritenevano di aver trovato terreno fertile per poter liberamente raggiungere i propri scopi di mero lucro a discapito della salute della collettività.
I nostri poliziotti avevano ben compreso quali erano gli “interessi in ballo”, ed avevano altresì inteso che era necessario l’intervento dello Stato, quello Stato fatto di Uomini e Professionisti in Uniforme, divenuti unico baluardo per assicurare delle garanzie alle generazioni future.
Quelle stesse mafie avevano tentato di fermarli, provando ad utilizzare il metodo più spietato: ma non avevano pensato di dover fronteggiare dei professionisti coraggiosi, capaci di contrastare anche degli attentatori. Era stata lanciata una sfida, sottovalutando però il valore di quei poliziotti, capaci di fare squadra e di “andare avanti” senza timore.
Era piacevole osservare quella “Squadra di Sbirri”, poiché nonostante la fatica, le nottate, le imminenti operazioni, riuscivano sempre a regalarti un sorriso ed a trasmetterti quel senso di serenità che solamente “un giusto” è in grado di fare.
E nonostante le difficoltà causate dalla carenza di uomini, nonostante i mezzi messi a disposizione fossero poco idonei, nonostante le infamanti e calunniose accuse provenienti da ambienti vicini e lontani all’Amministrazione d’appartenenza, quegli uomini in Uniforme proseguivano imperterriti nelle loro indagini, raggiungendo elevati standard qualitativi e soddisfazioni professionali.
Noi del SIAP abbiamo speso tante parole a favore dei nostri eroi, decidendo di sposare la causa giusta: “poiché negli occhi e nelle azioni dei giusti vi è sempre la verità!!!” … Ma avremmo preferito continuare ad avanzare richieste sulla carenza di uomini e mezzi, piuttosto che ricordare due amici e colleghi scomparsi!!!!
Resta il ricordo, resta la commozione, resta la fiducia nei confronti dei poliziotti rimasti ed impegnati ancora oggi a combattere il crimine organizzato. Ma subentra necessariamente anche il ruolo del sindacato, di quel sindacato che ha vissuto direttamente e personalmente le emozioni, le necessità e le paure degli uomini del Commissariato di Sant’Agata Militello, poiché prima ancora di essere sindacalisti, anche noi siamo poliziotti, e comprendiamo le esigenze reali del territorio, divenendo un megafono indispensabile per amplificare la voce degli uomini in uniforme.
Dopo le parole di conforto e di supporto profferite con onore dalle più alte cariche istituzionali civili e militari della Provincia di Messina, è doveroso proseguire con l’azione fattiva e sostanziale, onde dare sempre più credito alle gesta valorose iniziate da Tiziano e Rino.
Entrambi hanno avuto la possibilità di operare con competenza e grande professionalità, sfruttando a pieno le potenzialità del gioco di squadra. Hanno avuto la fortuna di essere stati diretti da un valoroso Uomo delle Istituzioni, quello stesso uomo che non nascondeva di affermare con orgoglio:
“traduco nel linguaggio del diritto quanto mi viene suggerito dalle competenze scientifiche dei miei uomini”.
Non è semplice scovare delle realtà lavorative così ben articolate, ove gli egoismi lasciano spazio alle specifiche competenze necessarie per elaborare un progetto comune, il cui unico obiettivo è semplicemente quello di mantenere la legalità, principale istituto demandato alle forze dell’ordine.
Diviene quindi doveroso richiedere con tenacia un supporto di uomini e mezzi per il Commissariato di P.S. di Sant’Agata Militello, indispensabili per proseguire l’azione intrapresa da Rino, da Tiziano e da tutti gli uomini impegnati nella lotta contro il crimine organizzato, poiché senza la presenza di capitale umano, tutto andrebbe perso e soprattutto andrebbero persi gli sforzi fatti e gli obiettivi raggiunti.
Diviene necessario un intervento immediato da parte delle Istituzioni Centrali affinché diano un reale supporto, fondamento indissolubile per proseguire le attività già intraprese, e soprattutto per garantire un sostegno reale agli uomini ed alle donne impegnate presso quell’Ufficio di Polizia.
Dovremmo tutti prendere spunto dal ben rodato gioco di squadra, poiché ha dimostrato d’essere un’arma vincente, in grado di infondere sicurezza alla collettività, fiducia nei confronti delle Istituzioni ed aspettative per il futuro a garanzia di quella cittadinanza onesta orgogliosa di essere stata protetta da poliziotti moralmente ed umanamente ineguagliabili.
È necessaria una reale presa di coscienza per dare l’opportunità di proseguire nelle azioni già intraprese, per consentire di continuare a contrastare le azioni delinquenziali, per permettere che tutto il lavoro svolto da Rino e Tiziano non diventino scartoffie da catalogare ed archiviare.
Lo chiede con forza la cittadinanza onesta, lo desiderano i poliziotti,
e lo vorrebbero principalmente Tiziano e Rino.

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