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E' morto l'ingegnere Domenico Galatà

E' morto l'ingegnere Domenico Galatà

Ci sono persone che segnano pezzi di storia di una città, frammenti che si snodano in pochi anni o in lunghi decenni, nomi che restano in un ideale albo d’oro. Domenico Galatà, conosciuto da tutti come Nico, un posto nella storia di questa città se l’è conquistato meritatamente.

Se ne è andato ieri, a 87 anni, congedandosi da quella Messina che ha amato visceralmente. E se in riva allo Stretto, dopo gli incubi della “grande sete” degli anni Sessanta-Settanta, per un lunghissimo periodo non si è mai sofferto a causa di quelle gravissime crisi idriche che hanno afflitto gran parte degli altri Comuni della Sicilia, lo si deve a lui. A lui, e a politici come l’allora senatore Nino Calarco, che contribuì in maniera decisiva, con la sua azione in Parlamento (e con il sostegno del giornale da lui diretto), alla soluzione strutturale dei problemi.

Galatà passa alla Storia proprio come l’uomo dell’acqua. Figlio d’arte – il padre lavorò al Civico acquedotto –, laureatosi in Ingegneria a Torino, mise al servizio dell’ufficio comunale tutta la sua esperienza, la sua competenza nel settore, lo stile signorile che lo ha sempre contraddistinto e, nello stesso tempo, il suo impegno quasi maniacale, la sua indistruttibile tenacia. Per anni e anni è stato lui il tecnico e poi dirigente disponibile h24, pronto a recarsi in qualunque posto ci fosse un’emergenza, a presiedere riunioni fiume, a presentare progetti e relazioni, a interloquire con sindaci, assessori, deputati, sottosegretari, ministri.

Ha messo il suo nome in due fasi storiche decisive: la progettazione (assieme all’ingegnere Di Bella) dell’acquedotto Alcantara e il coordinamento di tutti gli interventi tecnici legati a una delle più importanti intuizioni della storia messinese dal Dopoguerra in poi: l’utilizzo delle acque del Fiumefreddo grazie alle strutture del Bufardo. I messinesi si sono resi conto di quanto siano importanti questi due acquedotti nei giorni della gravissima emergenza dell’ottobre 2015, quando la città è rimasta letteralmente senz’acqua per venti giorni, diventando una sorta di “zimbello” d’Italia. E proprio in quei giorni, come testimonia la lunga intervista rilasciata al nostro quotidiano, l’ing. Galatà non mancò di dare il proprio contributo, analizzando con la consueta passione e con spirito fortemente critico le vicende politico-amministrative.

Da ingegnere e da cittadino convinto dell’importanza dell’opera, Galatà ha sempre preso posizione a favore del Ponte sullo Stretto. Una volta andato in pensione, si è dedicato anima e corpo in un percorso di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, cercando di convincere i messinesi sulla necessità di mobilitarsi per l’unico grande intervento pubblico capace di cambiare le sorti di un intero territorio.

E sempre da tecnico, con altrettanta veemenza, Galatà ha dichiarato più volte il proprio dissenso nei confronti dell’idea progettuale degli approdi a sud, del nuovo porto commerciale di Tremestieri, convinto che quella zona fosse la meno idonea per realizzare invasature che poi sarebbero state sempre esposte alle bizze dello scirocco e al pericolo delle mareggiate.

Nico Galatà è stato un uomo coerente con i suoi valori e le sue idee. Alla famiglia, ai figli, ai parenti tutti, le condoglianze della Gazzetta del Sud.

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