Un forte atto di accusa contro il metodo di gestione dell'azienda negli ultimi dieci, vent'anni. Ma anche una vera e propria operazione verità. Con numeri, dati e riferimenti specifici che sono già stati posti all'attenzione delle autorità competenti e che adesso sono ufficialmente di dominio pubblico.
Leonardo Termini ha voluto fare chiarezza. Affiancato dal cda dell'Amam e dal direttore generale Cipollini, ha raccontato ciò che è accaduto in questi anni. Pressioni, gestione degli appalti esterni, omissioni più o meno volontarie e un sistema che è arrivato a un passo dall'implosione.
Argomenti che in questi anni, secondo Termini, sono costati all'azienda decine di milioni di euro. Circa 45 solo di mancata riscossione di pagamenti delle utenze, dal 2007 a oggi, ha detto. Parte di questi soldi è stata persa per la difficoltà nel recapito delle fatture. C'è anche un problema legato al sistema di gestione di bollette e fatture. Per vicende che sono finite sul tavolo dei magistrati, Amam non ha oggi le chiavi di accesso del proprio server delle fonti del programma che serve per questo tipo di attività. Ciò nonostante, è riuscita a recuperare parte dei suoi crediti e ha chiuso l'anno con un bilancio attivo di 7 milioni.
Ci sono contenziosi in atto da risolvere. E' stato già chiuso quello con Eni e adesso si sta trattando quello con l'Enel che all'azienda acque ha chiesto 31 milioni. Nel frattempo si sta cercando di rimettere in sesto un'azienda che ha carenza di personale – i dipendenti sono una sessantina, ne servirebbero almeno altrettanti – e mille altri problemi da affrontare.
L'ultimo è quello della concessione scaduta per l'utilizzo dell'acqua del Fiumefreddo. Una leggerezza che peraltro sarebbe solo attribuibile a chi a Palazzo Zanca non ha monitorato le scadenze. Nessun problema, comunque.
I problemi sono altri. E sono tutti stati denunciati alle autorità competenti. “L'ultimo esposto lo abbiamo presentato martedi. Noi ragioniamo così” ha tagliato corto Termini. Convinto che fosse opportuno far conoscere adesso anche alla città i fatti. Con gli appalti che vanno avanti con proroghe e rinnovi e che non hanno consentito nel tempo all'azienda di abbassare i costi, recuperare i soldi non ricevuti e rilanciare l'intero sistema.