"Non posso pensare che il segretario voglia ancora infierie nei confronti di un Partito distrutto dalla sua gestione personalistica e totalitaria non lasciando subito la segreteria": lo afferma Giuseppe Antoci, responsabile Legalità del Pd ed ex Presidente del Parco dei Nebrodi. "C'è un momento in cui bisogna prendere atto delle sconfitte che in questo caso non solo sono state cocenti, ma hanno rappresentato una vera e propria lezione che i cittadini italiano hanno voluto impartire per primo al segretario ma anche a tutto il PD", continua Antoci. "Renzi parla di caminetti ed inciuci? Non è stato altro che il suo modus operandi, attraverso l'atteggiamento di un leader che ha gestito tutto chiuso nelle sue stanze, con i suoi fidati e sostituendo ai caminetti i gigli magici". "Renzi - continua Antoci - anche nell'affermazione di alcuni valori ai quali il popolo di sinistra ha sempre tenuto, come la legalità e la lotta alla mafia, è stato poco convincente e spesso silente. Sono sembrati temi non nelle sue corde e nella campagna elettorale, questi principi e valori sono stati sottaciuti provocando certamente una grande riflessione che, unita alla scelta delle candidature, ha generato smarrimento e preoccupazione". "C'è bisogno di voltare pagina - conclude Antoci - di saggezza e raziocinio, anche affrontando gli avversari politici rispettando loro ed i loro elettori".
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