Panchine in legno da area picnic sui Colli, imbullonate sulla preziosa pavimentazione in pietra lavica, dislocate col metodo scientifico di un ubriaco, cioè letteralmente a casaccio. Non volevamo crederci e invece dobbiamo, perché non è un incubo, ma è quanto avvenuto a piazza Duomo.
Ecco, il discorso è proprio questo: piazza Duomo. Fosse uno slargo anonimo di periferia o una radura spersa tra i boschi di Musolino, potrebbe anche andar bene. Ma definire gli interventi in corso di esecuzione quale «miglioramento dell’arredo urbano» nella piazza simbolo di Messina, la più visitata in assoluto, con migliaia di croceristi che la attraversano ogni giorno, cuore storico e religioso della nostra città. eh, no, questo proprio no. È un affronto, un insulto alla nostra intelligenza.
Qualunque cosa riguardi piazza Duomo dovrebbe essere studiata e attuata con rigore, frutto di una visione generale e non di progetti slegati tra loro, senza alcun nesso logico. L’intera piazza è un bene da tutelare, non solo la Cattedrale, il suo Tesoro o il Campanile.
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