Tutelare lavoro e salute così come previsto dalla nostra Costituzione, senza essere costretti ad accettare, quello che viene definito un ricatto per gli abitanti della Valle del Mela, nel tempo già sottoposti ad un inquinamento significativo come dimostra il deciso aumento delle malattie oncologiche nella zona rispetto alla media nazionale.
La chiesa messinese, attraverso l'ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, guidato da padre Sergio Siracusano, si schiera apertamente contro la prevista realizzazione di una termovalorizzatore all'interno della centrale di S.Filippo del Mela, progetto presentato quasi tre anni da Edipower nell'ambito della riconversione della centrale. E lo fa, attraverso una nota inviata al presidente della regione Nello Musumeci, citando il Vangelo ma anche l'enciclica di Papa Francesco “Laudato Si”, puntando sul fatto che la volontà degli abitanti del luogo deve essere un aspetto prioritario rispetto al resto.
L'installazione, pertanto, non sarebbe accettabile in primis poichè già respinta dal referendum popolare degli abitanti dell'area e dei comuni limitrofi e perché ricadrebbe su un'area dichiarata ad alto rischio ambientale, in conseguenza delle emissioni prodotte negli anni da diversi insediamenti industriali. Inoltre, nella lettera inviata al governatore, viene chiesto di procedere agli interventi di bonifica previsti ma non ancora effettuati. La parte più dura della nota è quella in cui la chiesa ribadisce che “ Non è accettabile che i cittadini della Sicilia vengano da decenni posti di fronte ad un sottinteso ricatto: o il lavoro o la salute. Non è accettabile che si debba scegliere tra la de-industrializzazione, con conseguente chiusura degli impianti e perdita di posti di lavoro, o il mantenimento degli standard al prezzo della perpetuazione di un modello di sviluppo industriale, altamente inquinante e dannoso”.
Secondo la chiesa messinese, lo sviluppo economico deve essere sostenibile e coniugato con un vero risanamento. Un diritto da gestire al di sopra di interessi di privati o di singole parti politiche, perché salute e lavoro sono imprescindibili.