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Terremoto al comune di Barcellona

Mancata bonifica dell’ex Sanderson, a giudizio il sindaco Materia

E' un vero terremoto politico-giudiziario quello che stamattina si è abbattuto su Barcellona colpendo amministratori e funzionari raggiunti  da una pioggia di misure cautelari notificati dalla Polizia e firmati dal Gip  Fabio Gugliotta. Un'indagine partita nel 2014 e coordinata dal procuratore capo di Barcellona, Emanuele Crescenti e dal sostituto procuratore, Matteo De Micheli. Tre anni di attività che si sono conclusi stamani con l’arresto di Angelo Coppolino, ex assessore allo sport della giunta Materia. A Coppolino la Procura contesta i reati d'abuso d’ufficio e falso gli stessi di cui deve rispondere il funzionario dell’ufficio tecnico di Palazzo del Longano, Carmelo Rucci, che ha ottenuto gli arresti domiciliari. Lunga la sfilza dei provvedimenti cautelari.  Divieto di dimora a Barcellona per l'attuale primo cittadino Roberto Materia, accusato di abuso d’ufficio per aver revocato dalla carica in maniera illegittima l’ex comandante della polizia municipale, Salvatore Di Pietro. Lo stesso Di Pietro, l’architetto Bruno Isgrò, ed i tecnici comunali Giuseppe Bonomo e Francesco Livoti, devono rispondere di abuso d’ufficio e falso.  L'ex segretario comunale Santi Alligo deve invece rispondere di atti falsi e favoreggiamento. Ad Alligo è stato imposto disposto l’obbligo di dimora a S.Teresa di Riva, suo  comune di residenza.

All'origine della vicenda presunte irregolarità commesse nelle concessioni edilizie per la realizzazione di un ristorante e di un bed and breakfast di via Gerone. Attività che sarebbero riconducibili all’ex assessore Coppolino ed  ai suoi familiari. Secondo l'accusa sarebbero stati commessi numerosi  abusi edilizi  durante i lavori di costruzione e ristrutturazione delle due strutture ricettive, sequestrate nel 2016 dalle forze dell'ordine. Le successive indagini avrebbero accertato pressioni esercitate da Coppolino

su tecnici e funzionari per tentare di cancellare le tracce degli abusi edilizi tramite false attestazioni, omissione di accertamenti e di atti dovuti. Ma ormai i soggetti coinvolti erano finiti sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori che attraverso intercettazioni telefoniche, acquisizione dei tabulati, sequestri di documenti hanno ricostruito la vicenda che oggi ha portato all'applicazione delle  misure cautelari

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