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Sondaggio sul Ponte,
il 63% favorevole

Sondaggio sul Ponte, il 63% favorevole

Hanno votato quasi cinquemila messinesi, un campione rappresentativo, seppur non esaustivo, del “sentire comune” nella città dove, come avviene ad ogni tornata elettorale, il Ponte sullo Stretto torna al centro del dibattito politico. E il 63 per cento dei 4.870 cittadini che hanno partecipato al sondaggio proposto sulla pagina Fb di Rtp-Salvatore De Maria, si è dichiarato favorevole alla realizzazione del Ponte, solo il 37 per cento ha detto no.

Moltissimi i commenti. «Fino a quando – scrive Vittorio Aloisi – dovremo restare isolati e senza la possibilità di avere un collegamento più rapido, sicuro e veloce?». Clarastella Vicari Aversa: «C’è sempre prima ben altro da fare per il #benaltrista no Ponte». Nino La Fauci: «Messina non c’entra. A questo sondaggio ha partecipato il pianeta intero. In ogni caso non si può dire “Messina è sì al Ponte” ma bisognerebbe dire che il mondo è favorevole al Ponte». E poi Vincenzo Camarda: «Non pensate che prima del Ponte abbiamo bisogno delle strade, delle autostrade, delle linee ferroviarie? Amici miei, la Sicilia non è pronta per il Ponte». Di rimando Giacomo Guglielmo: «Il Ponte non c’è e con i soldi del Ponte hanno fatto i Frecciarossa e i valichi... in Liguria». Michele Nicolosi: «Favorevole, a condizione che prima si facciano le infrastrutture necessarie». Alfonso Saladino: «Sì, sì, sì». Alfredo Scigliano: «No».

Non è un referendum, come giustamente spiega il giornalista di Rtp, Salvatore De Maria, ma un “orientamento”, capire la tendenza del momento, visto che sul tema Ponte i cittadini non si sono mai pronunciati in maniera diretta. C’è chi rivendica la vittoria dei “no al Ponte”, con l’elezione di Renato Accorinti nel 2013, e chi sostiene che i siciliani, votando nel novembre scorso Musumeci e la sua Giunta, hanno fatto una netta scelta di campo in favore della grande opera. Una cosa è certa: è insopportabile l’ormai “secolare” collegamento Ponte-elezioni, francamente non si riescono più a tollerare le dichiarazioni dei vari politici e dei candidati sull’unica grande opera pubblica italiana giudicata in modo così ideologico e fazioso (perché una discussione simile a quella riservata al Ponte non la si sente per il traforo del Brennero o per l’enorme “Canale di gronda”, la mega-autostrada progettata a Genova?). Eppure non è neppure giusto cancellare dall’agenda politica del Paese quella che per molti viene considerata una grande “chance” per il rilancio dell’area dello Stretto e dell’intero Sud.

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