Oscurità, desolazione. Tristezza, in alcuni casi. E' questo adesso il quadro di una città che di commercio viveva e dava da vivere a migliaia di famiglie. La crisi è generale, ma a Messina sembra andare oltre i limiti. Non sono necessari i dati ufficiali delle associazioni di categoria o della Camera di Commercio per avvalorare questa tesi che... sta nelle cose. Basta fare un giro tra le vie del centro per avere un responso, chiaro ed inequivocabile. Si evince anche dal traffico che, in certi momenti di un venerdì di gennaio, in una splendida serata invernale, è pressocchè nullo, in un'arteria come Via Garibaldi, nel tratto che porta al cuore della città, Piazza Cairoli. Vi si arriva tra una lunga serie di saracinesche abbassate, e da non poco tempo. I cartelli affittasi abbondano ai margini di locali spenti. Uno accanto all'altro. Una sequenza che mette quasi paura, una volta calate le tenebre. Come in alcune strade interne, ma in pieno centro commerciale. A monte come a valle del viale S. Martino. Interi isolati senza che un'insegna commerciale accesa spicchi. Ai margini della stessa piazza principale della città va leggermente meglio rispetto ad un anno fa, ed è tutto dire, visto che da una parte sembra di stare in una periferia abbandonata. Il caro affitti, le tasse insostenibili, il commercio online gli ostacoli che i commercianti messinesi non riescono a superare. Da una parte. Dall'altra i soldi che mancano nelle tasche dei cittadini che una volta in centro ci andavano per comprare la qualsiasi. Fossero anche due bottoni in una merceria. Si punta alle attività rionali, che si possono trovare a due passi da casa, per comprare l'indispensabile. Il centro resta solo per le grandi marche, i franchising ed un particolarissimo proliferare, con aperture...e meste chiusure, nel campo della ristorazione. Tutto il resto, è solo uno sbiadito ricordo.
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