Rinviato il giorno del giudizio. Per Messinambiente e la sua prospettiva di concordato fallimentare, tutto sarà deciso il prossimo 9 febbraio.
L'udienza di oggi è stata abbastanza breve perchè l'assemblea dei creditori prevista per oggi e fissata due mesi fa, non si è nemmeno aperta e rinviata di quasi un mese.
Alla base della decisione del giudice Minutoli, c'è l'accoglimento dell'istanza presentata dal legale della Messinambiente Marcello Parrinello, supportata dal parere positivo dei commissari giudiziali.
La prima richiesta è stata quella di un differimento per riconsiderare alcuni conti del concordato, cioè della proposta a cui devono dare risposta i creditori.
Nel corso di queste settimane, infatti, sono emersi minori debiti per 2,4 milioni nei confronti dell'Agenzia delle entrate, il principale creditore dell'azienda di rifiuti con 74 milioni sui 100 complessivi.
Ma il motivo principale per cui l'avvocato parrinello ha chiesto lo spostamento della riunione dei creditori, è quello legato al recente referendum, chiamiamolo così, con cui è stato chiesto ai lavoratori se erano disponibili ad avere il tfr spalmato nei prossimi sei anni, di poter godere delle ferie quando passeranno alla Messinaservizi e di chiudere con una transazione anche i loro contenziosi.
A questa richiesta hanno risposto 347 su 488 dipendenti. Per coloro che al 31 gennaio, nuova data limite imposta dal tribunale oggi, non avranno sottoscritto l'atto di conciliazione, Messinambiente dovrà accantonare la somma del tfr che dovrà essere immediatamente erogata.
Questa variazione del piano non è stata ancora definita perchè la proposta di conciliazione è stata finita di firmare solo ieri e quindi non c'è stato il tempo per poterla affinare.
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