Messina

Lunedì 29 Aprile 2024

Autismo, pochi i centri in città

Autismo, pochi i centri in città

E' una questione che ha portato del malumore tra i genitori dei 30 bambini in trattamento al Centro di terapia e diagnosi precoce dell'autismo all'ex Mandalari che a giorni completeranno il loro trattamento. Il riferimento è a quello fornito dall'Asp che nasce da un progetto sperimentale iniziato per 20 bambini che sarebbero stati assistiti fino ai sei anni di età e arrivati nel tempo ad essere 30. Nel progetto sono impegnati, tre psicologi e tre educatori professionali che prendono in carico non solo il bambino ma anche i genitori che sono messi nelle condizioni di sapere agire e comportarsi correttamente davanti alle patologie dello spettro autistico.

Nel tempo però, a causa dell'incremento del numero di diagnosi e quindi del numero di soggetti, si è manifestata una domanda maggiore e si è formata una lista d'attesa di altri 33 bambini. Si è così convenuto, anche il linea con quanto stabilito dalla Società italiana di Neuropsichiatria infantile, di effettuare per ogni bambino un trattamento intensivo di sei mesi. Finito il quale i genitori sono invitati a fare eseguire ai propri figli trattamenti di natura diversa presso gli altri centri convenzionati della città.

Fin qui le motivazioni legittime dell'Azienda e del responsabile dell'Asp, dottor Filippo Russo, che annuncia che dovendo prendersi cura di tutti i bambini autistici del territorio che va da Taormina a S.Agata di Militello, al finanziamento iniziale di 90 mila euro per sei figure professionali, ha chiesto al commissario dell'azienda un ulteriore incremento di spesa per altre sei figure professionali che andranno a coprire i territori sguarniti come Milazzo Barcellona, Patti S.Agata e, al bisogno, Taormina Messina sud e Messina nord. Richiesta che sembra abbia avuto esito positivo.

Il nodo però rimane la carenza di centri per questi bambini. A Messina ce ne sono solo due in provincia a Naso e a Nizza di Sicilia. A breve se ne aprirà uno a Barcellona. Rimangono tuttavia troppo pochi per la domanda dell'intera provincia. E che tutti i soggetti responsabili della sanità pubblica si mettano in gioco per offrire assistenza alle famiglie che hanno a che fare con questo tipo di disturbo, anche in età adulta, potrebbe essere un auspicio interessante per l'anno che sta per iniziare.

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