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Cannavà ci conduce nel mondo della disabilità

Cannavà ci conduce nel mondo della disabilità

MESSINA

«Gli uomini hanno paura di ciò che non capiscono» diceva Joseph Merrick, diventato famoso nell’Inghilterra vittoriana e in tutto il mondo col nome di “Uomo Elefante” a causa delle deformazioni inflitte al suo corpo dalla neurofibromatosi. Eppure, naturalmente, nonostante l’aspetto orribile aveva una personalità sensibilissima, immortalata nel 1980 nel celebre film di David Lynch. E aveva, come ogni persona, pieno diritto alle relazioni sociali e anche all’amore.

Il regista messinese Francesco Cannavà lancia adesso il progetto di “Because of my body”, il primo documentario italiano che tratta il tema dell’assistenza sessuale alle persone disabili. «Basta un aspetto fisico diverso – spiega Cannavà – per oscurare agli occhi degli altri le capacità interiori ed inibire qualsiasi tentativo di socializzazione. Non è la disabilità l’ostacolo ma l’incapacità nel considerare la disabilità come una espressione della varietà umana. L'assistente sessuale per persone disabili è ormai una realtà in Olanda, Germania, Danimarca, Svizzera. In Italia non esiste questa figura professionale. La legge italiana considera questa attività un reato. Molte persone non capiscono la differenza tra assistenza sessuale e prostituzione. L'assistente sessuale italiano, uomo o donna, si pone come un professionista che dopo un percorso di formazione specifico assiste e supporta le persone disabili a riconoscere, sperimentare e vivere l'erotismo e la sessualità».

Francesco Cannavà, nato a Messina nel 1981, dal 2008 ha dedicato la sua attività di documentarista ai temi dell’immigrazione, dell’accoglienza, dell’integrazione e dell'ambiente, realizzando tre documentari: “Erytros – Le parole dell’esilio” sul centro di accoglienza Baobab di Roma, “C’era una volta un campo Rom” sulla comunità Rom a Messina e “Veneranda Augusta” sul danno ambientale causato dall’area petrolchimica più grande d’Europa che si trova ad Augusta in Sicilia.

Le riprese di “Because of my body” proseguiranno grazie a un crowdfunding (attivo sulla piattaforma Eppela al link https://www.eppela.com/it/projects/16834-because-of-my-body fino al 12 gennaio).

Il film documenta le vite, le sfide e i sentimenti contrastanti del mondo della disabilità fisica e cognitiva, considerato il gruppo sociale storicamente più represso e al quale con maggiore durezza viene negato il diritto all’affettività e al rapporto sessuale. «Occorre promuovere – commenta Cannavà – un cambiamento culturale e superare le barriere mentali e fisiche legate all’aspetto che possono ostacolare il diritto e l’aspirazione ad una normale vita relazionale, intima, sessuale e sentimentale da parte delle persone con disabilità che, come disse Papa Giovanni Paolo II, “hanno bisogno non solo di assistenza ma anche di amare e di essere amate, di tenerezza, di vicinanza e di intimità”». E infatti “Beacause of my body” si propone di raccontare, attraverso immagini reali, la relazione tra la necessità sessuale-affettiva di un disabile e la generosità di un assistente sessuale che comprende questo bisogno e lo condivide. «Dare alle persone disabili visibilità – conclude Cannavà – diventa un atto politico necessario e rivoluzionario».

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