Per molti messinesi, per i nostri nonni ancora in vita, per chi è appassionato di storia patria, per chi ha letto e studiato i resoconti della tragedia che cambiò per sempre i connotati (si dice perfino il Dna) della città dello Stretto, la notizia dell’arrivo in Italia della salma della regina Elena di Savoia (traslata dal cimitero di Montpellier al Santuario di Vicoforte, vicino a Mondovì, in provincia di Cuneo), suscita sentimenti di commozione.
Perché per i messinesi Elena non fu soltanto la bellissima montenegrina sposata al burbero Vittorio Emanuele III, ma passò alla storia come l’Angelo della Carità, per l’affetto, la vicinanza e la condivisione con la popolazione prostrata dall’infernale mostro uscito dalle viscere dello Stretto. Jelena Petrovic Njegos aveva quasi 37 anni quando si abbattè su Messina il castigo di tutti gli dei più feroci. Era in carica da soli otto anni e subito dopo aver appreso delle conseguenze del sisma del 28 dicembre 1908, si prodigò subito per far arrivare gli aiuti da tutte le altri regioni italiane e dalla comunità internazionale. Quando scese a Messina, conquistò immediatamente il cuore dei sopravvissuti. E da lì la sua popolarità crebbe in modo esponenziale, definita da tutti i giornali dell’epoca «l’Angelo del terremoto», «la Regina più amata».
Caricamento commenti
Commenta la notizia