Messina

Sabato 23 Novembre 2024

Tutto fermo al Rione Taormina

Rione Taormina, macerie da rimuovere

E' diventato la vergogna della zona sud, la bruttura che fa storcere il muso a tutti i passanti che giorno dopo giorno, dopo 21 lunghi mesi dallo sbaraccamento del marzo dell'anno scorso, hanno visto le erbacce diventare alberi, i rifiuti nascondersi tra i rovi, il materiale di risulta gettato in ogni dove, i topi circolare liberamente nel degrado. Sono ormai un ricordo quei giorni, era il 15 marzo 2016, in cui, avviato lo sbaraccamento di pochissimi alloggi, gli amministratori con in testa l'assessore al risanamento Sebastiano Pino, esultavano per l'empasse superata.

“Adesso il quartiere avrà un nuovo aspetto, la gente non può più vivere dentro questi tuguri” si diceva. Il risultato di quelle parole è e rimane sotto gli occhi di tutti. Sotto gli occhi di chi deve continuare a convivere tra topi e macerie, sotto gli occhi della città. Sono passati da qui amministratori, politici, consiglieri ma non si è mossa foglia. Solo telefonate e comunicazioni tra Comune, Regione e Iacp che non hanno portato fino ad oggi a nulla. Ultimo incontro una decina di giorni fa.

Il Comune avrebbe trovato, secondo fonti attendibili ma non confermate da un introvabile assessore comunale Pino, le somme per togliere e smaltire il materiale di risulta, ma adesso sorge un altro problema. L'unica famiglia che era rimasta nell'area interessata ha trovato una sistemazione altrove. Adesso nell'ultima baracca si trova soltanto un'anziana abusiva pronta a trasferirsi da una sorella. A questo punto sembra che il Comune abbia detto allo Iacp di completare lo sbaraccamento anche di quelle casette. Occorre però, sostiene lo Iacp, una precisa delimitazione dell'area con l'interruzione delle utenze, acqua, luce, gas.

Un'operazione apparentemente sermplice ma che in realtà richiederà ancora del tempo. Bisognerà ispezionare le casette da abbattere e inviare i tecnici per la sospensione dei servizi. Solo dopo si potrà procedere all'ulteriore demolizione delle mura degradate e solo dopo si potrà procedere all'ulteriore smaltimento dei detriti. Non se ne viene a capo. Una storia infinita dalla quale trapela l'immobilismo del settore, un risanamento che procede a passo di lumaca e per il quale, dopo 110 anni dal terremoto, i cittadini continuano ad assistere a continui rimpalli di competenze anche per togliere un camion di calcinacci.

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