Conferenza stampa di Cateno De Luca nella chiesa di Santa Maria Alemanna, insieme ai suoi legali Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi.
Il deputato regionale, come preannunciato, ha presentato le denunce nei confronti di magistrati, finanzieri e altri soggetti che a suo giudizio lo avrebbero “perseguitato” in questi anni.
Una breve ricostruzione della sua storia recente. Un paio di passaggi dedicati alla vicenda giudiziaria e un durissimo atto di accusa nei confronti di magistrato, periti, finanzieri e testi.
Cateno De Luca ha mantenuto l'impegno che aveva preso, e dopo averlo annunciato, ha depositato alla Procura di Reggio Calabria il suo atto di denuncia nei confronti di coloro che, secondo il deputato regionale e i suoi legali Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi, avrebbero fatto di lui il bersaglio di attacchi e denunzie.
Nel documento presentato al tribunale, si parte proprio da questa premessa. De Luca sarebbe stato vittima di tutto questo perchè avrebbe – testuale - “duramente combattuto il malaffare politico e mafioso prendendo di mira anche le connivenze tra i vari palazzi istituzionali tra i quali anche quello di giustizia”.
La denuncia parte dall'analisi degli eventi degli ultimi undici anni, a partire da maggio 2006, data della prima elezione del parlamentare all'Ars.
C'è una lunga ricostruzione di ciò che è accaduto, con il riferimento ai sedici procedimenti penali che De Luca sostiene di aver subito per – ancora testuale - “non essersi mai piegato alla politica del malaffare e per aver prontamente denunziato gli organi inquirenti che si sono prestati a questo disegno”.
Ci sono, complessivamente, 16 pagine di denuncia e 47 di allegati. Una documentazione che adesso è nelle mani della Procura di Reggio Calabria.
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