“Terremoto” all’0rdine provinciale degli ingegneri. Con una clamorosa decisione del Consiglio nazionale, presieduto dall’ing. Armando Zambrano, è stata dichiara la ineleggibilità di quattro componenti del Consiglio dell’Ordine messinese, tra i quali il presidente Santi Trovato, Antonio Barone, Giuseppe Rando e Gianluca Mirenda. Al loro posto subentrano Antonino Platania, Barbara Milio, Arturo Alonci e Giuseppe Ricciardi. La riunione della camera di consiglio risale al 25 ottobre, il provvedimento è stato depositato l’1 dicembre. Adesso il consigliere più anziano d’iscrizione all’albo dovrà procedere alla convocazione del consiglio dell’Ordine entro venti giorni dalla notifica della sentenza.
I quattro ricorrenti, assistiti dall’avvocato Pietro Cami, avevano sollevato il caso della ineleggibilità degli ingegneri Trovato, Barone, Rando e Mirenda, i quali avevano già ricoperto per tre mandati consecutivi la carica, nei periodi 2005-2009, 2009-2013 e 2013-2017.
Il 22 giugno 2017 due iscritti all’Ordine – gli ingeneri Arturo Alonci e Pietro Luigi Pettinato – avevano notificato al presidente del seggio e ai vicepresidenti un atto stragiudiziale con l’invito a non dichiarare eletti i quattro ingegneri giunto al quarto mandato consecutivo. Immediata la risposta di Trovato e degli alri che avevano, invece, chiesto che le operazioni di seggio e di proclamazione degli eletti proseguissero regolarmente. E ciò è avvenuto il 23 giugno. I ricorrenti hanno contestato l’operato del presidente del seggio, eccependo la violazione dell’articolo 97 della Costituzione, del decreto 382 del 1944 e del Dpr 169 del 2005.
Il Consiglio nazionale ha innanzitutto respinto l’eccezione proposta dai resistenti circa l’inammissibilità e l’improcedibilità del reclamo per difetto di giurisdizione. La Corte Costituzionale, infatti, ha sancito la conservazione di talune giurisdizioni speciali, tra le quali rientra il Consiglio nazionale dell’Ordine. Il legislatore ha voluto salvaguardare l’autonomia degli Ordini professionali. Poi, è stato giudicato fondato il ricorso nel merito, facendo riferimento all’articolo 2, comma 4, del Dpr numero 169 dell’8 luglio 2005, che recita testualmente: «A far data dall’entrata in vigore del presente regolamento, i consiglieri non possono essere eletti per più di due volte consecutive». Nel 2010, con il decreto legge 225, convertito poi in legge nel febbraio 2011, la durata è stata spostata a tre mandati consecutivi. Ma oltre il terzo non è consentito andare. Da qui la dichiarazione di ineleggibilità e, dunque, di decadenza dei quattro ex consiglieri.(l.d.)
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