La cosa più importante è che nell'incidente di questa mattina si siano registrate solo delle lievi ferite per le persone coinvolte. Notevoli, invece, i disagi per gli automobilisti che vanno a sommarsi a quelli per l'annosa problematica circolazione tra la barriera denominata Villafranca (ma in territorio del comune di Messina) e lo svincolo di Boccetta. I mezzi si sono scontrati intorno alle 9.30 e da quel momento il transito è stato possibile solo su una corsia. Un intoppo che è andato ad aggiungersi a quelli già esistenti per le precarie condizioni del viadotto Ritiro. Si sono quindi formate lunghe code di auto provenienti dalla barriera di Villafranca e ci son volute un paio d'ore prima che la situazione tornasse alla normalità. Se di normalità si può parlare per un'arteria che dal 2012 ormai si è costretti a percorrere in massima parte su una sola corsia. Ed oltre al danno, anche la beffa di dover pagare un pedaggio, non solo è discutibile per una tratta che ricade interamente nel comune di Messina e quindi andrebbe considerata tangenziale, ma inopportuno almeno da quando il servizio reso all'utenza non è per nulla proporzionale al prezzo pagato. Uno dei più cari, se non il più caro d'Italia: un euro e venti centesimi per appena 12 tartassatissimi chilometri. Battaglie sono state sostenute ad altre sono ancora in corso con una raccolta di firme per chiedere l'abolizione di questo balzello del quale si parla da anni ma senza alcuna risposta. E non può certo essere la riduzione del 50%, per i soli possessore di Telepass ed in determinate fasce orarie di un paio di mesi all'anno a dare un contentino del quale nessuno dei più assidui frequentatori di questa arteria può sentirsi appagato. Nei mesi estivi ci si impiega anche un'ora per muoversi tra le frazioni rivierasche e la città. Nei mesi invernali, poi, basta anche un lieve tamponamento, per mandare in tilt l'intera tratta. Nella migliore delle ipotesi, ci vorranno almeno altri 20 mesi prima che i lavori di messa in sicurezza si concludano. A meno di intoppi come il mancato pagamento di due stipendi alle maestranze impiegate che, stando alla nota diffusa ieri dalla Fenal uil, potrebbero attuare incisive forme di protesta se nel corso di questa settimana non arriveranno segnali confortanti.