Minacciano di rompere tutto e si sono barricati dentro la struttura i migranti ospiti dello Sprar di Curcuraci (Messina). Hanno bloccato porte, finestre e il cancello principale con dei mobili accatastati e hanno chiesto di poter parlare con le forze dell’ordine per spiegare le ragioni della protesta.
Secondo i primi racconti, gli extracomunitari lamenterebbero la mancata distribuzione della "pocket money" giornaliero, la piccola paga per le spese quotidiane obbligatoria per legge.
“Intendo capire la situazione prima di pronunciarmi in modo netto - scrive in una nota neoeletta all’Ars Elvira Amata -. Disordini di questo genere sono preoccupanti e sempre correlati al disagio: sia quello che le ingenera che quello che determinano”. “Va da sé che è necessario comprendere se e quali diritti siano stati lesi in questo caso e individuare le responsabilità. E, una volta per tutte, sarebbe opportuno che chi di dovere iniziasse a seguire con attenzione le dinamiche della vita di questi centri, nell’interesse di chi vi è ospite, degli operatori che sono attivi al loro interno e dei cittadini che vivono nelle zone in cui i centri sono ubicati. Una circostanza quest’ultima, che non mi stancherò mai di bollare come assurda: si è imposta una convivenza sregolata spesso in zone che vivono già problematiche sensibili e si vedono trascurate - se non abbandonate - dalle istituzioni, senza porsi il problema di come questa coesistenza vada gestita con la cittadinanza locale, evitando che si verifichino situazioni di rivolta come quelle a cui nel nostro paese (e anche a Messina) abbiamo già assistito. E la memoria torna ai recenti fatti di Bisconte. Le istituzioni hanno il dovere di tutelare i cittadini, non lo si dimentichi”, conclude Elvira Amata.