C'era molta attesa per i primi interrogatori del nuovo caso Genovese, sul tesoro trovato in Svizzera, che ha portato al sequestro di beni per circa trenta milioni di euro. Ma tutto si è esaurito nell'arco di meno di un'ora.Il neo parlamentare regionale di FI Luigi Genovese, Rosalia Genovese e Marco Lampuri. davanti al procuratore aggiunto Sebastiano Ardita ed al sostituto Fabrizio Monaco si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I tre erano arrivati a Palazzo di Giustizia poco dopo le 10 accompagnati dal legale di fiducia, l'avvocato Nino Favazzo. Ma sono andati via, intorno alle 11, da un'uscita secondaria. Solo l'avvocato Favazzo si è fermato qualche minuto con i giornalisti che attendevano all'esterno in attesa di notizie
Bisognerà studiare bene le carte dell'inchiesta ha dunque spiegato l'avvocato Favazzo aggiungendo che non è stata ancora fissata la data dell'interrogatorio del deputato nazionale Francantonio Genovese.
Per il momento dunque i primi tre indagati, per una strategia difensiva, hanno preferito non difendersi dalle accuse che ha mosso loro il
gip Salvatore Mastroeni nell'ordinanza sul denaro custodito all’estero.
Ccuse pesanti: sottrazione fraudolenta di beni al pagamento delle imposte, riciclaggio ed autoriciclaggio. Nell'inchiesta sono indagati anche Chiara Schirò, moglie di Francantonio Genovese, il cognato ed ex parlamentare regionale di FI Franco Rinaldi e la moglie Elena Schirò. È indagata anche la società mediante la quale la famiglia Genovese avrebbe realizzato quanto sostenuto dalla procura. In pratica un tentativo realizzato da Francantonio Genovese di nascondere 16 milioni di euro che daoltre quarant'anni erano custoditi in Svizzera. A depositarli era stato il padre dell'attuale deputato nazionale, il senatore Luigi.
E sotto la lente d'ingrandimento della Guardia di Finanza è finito quanto accaduto dal 2013, quando sono transitati dalla Svizzera a Montecarlo, su un conto della banca Julius Bar, circa 10 milioni. Conto intestato alla moglie di Genovese.
Infine il tentativo di Genovese di evitare di finire nelle grinfie del fisco intestando al figlio Luigi un immenso patrimonio finanziario, immobiliare e mobiliare attraverso società quali la Ge.Fin. s.r.l.