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La pulizia dei torrenti compete al comune

Torrente S.Filippo

La competenza ordinaria delle azioni sugli alvei dei torrenti cittadini è dell’amministrazione comunale e dell’assessorato regionale al territorio e ambiente. Questo quanto deciso dal Tribunale Superiore delle acque pubbliche che ha annullato l’ordinanza del 2015 a firma del sindaco Renato Accorinti con la quale veniva ordinata all’ingegnere capo del genio civile, Leonardo Santoro, l’esecuzione di una serie di azioni negli alvei dei torrenti cittadini. Quindi il Comune da oggi non dovrà occuparsi soltanto di togliere l’immondizia caduta nel letto dei torrenti dai cassonetti posti ai bordi, interventi peraltro effettuati molto di rado, ma dovrà provvedere alla pulizia integrale e alla risagomatura degli stessi, con rimozione di rifiuti e detriti, soprattutto in prossimità di ponti e viadotti. Un’ordinanza, quella di Accorinti, impugnata per diversi motivi. Intanto perché rivolta a un organo della Regione quale il Genio civile sovraordinato al Comune, poi perché l’assessorato competente in materia è quello al Territorio e ambiente e non quello alle infrastrutture e mobilità di cui il Genio fa parte, e ancora, perché mancavano i presupposti della necessità e urgenza che ricorrono nel caso di una situazione eccezionale. L’atto inoltre, si legge nella sentenza del tribunale superiore delle acque, sarebbe generico con motivazioni fondate su presupposti errati. Insomma un pasticcio di competenze su cui il Comune, resosi conto dell’errore, aveva già fatto un passo indietro. Con una nota del 23 gennaio scorso il sindaco comunicava l’avvio del procedimento di riesame delle propria ordinanza. Adesso la sentenza, che mette la parola fine alle competenze. Al genio civile spetta il rilascio delle concessioni di attraversamento e occupazione del demanio idrico per qualsiasi uso, comprese le linee elettriche e gli impianti elettrici. Altro aspetto su cui l’ufficio regionale del Genio Civile si batte da tempo riguarda la viabilità di accesso ai villaggi e agli abitati nel greto dei corsi d'acqua con gravi situazioni di rischio per le popolazioni disponendo la realizzazione di una viabilità più sicura con ponti o strade alternative. Argomento vecchio e problemi sempre attuali. E’ il Comune secondo una recente sentenza della corte di Cassazione, la n. 5504 del 2017, ad avere l’obbligo di rimuovere situazioni di rischio per la popolazioni causate dalla presenza di viabilità ed impianti in alveo. Dopo la sentenza che dà ragione al Genio Civile l’ingegnere capo Leonardo Santoro in un comunicato si dice disponibile ad operare in sinergia con l’amministrazione comunale per valutare e ottimizzare le strategie urbanistiche per ridurre i rischi idraulici di diverse porzioni del territorio. Nessuna deroga però. Manterrà il pugno di ferro per tutte le situazioni di abusi pregressi che comportino perduranti situazioni di pericolo per la cittadinanza.

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