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PS Piemonte, i medici contesi

Piemonte, salvo il pronto soccorso

La prima novità è che l’Asp ha concesso una proroga fino al 31 gennaio. La convenzione tra l’Asp e l’ospedale Irccs Piemonte scadrà il 31 dicembre e all’inizio della settimana il commissario dell’azienda Sanitaria Gaetano Sirna aveva comunicato ai vertici dell’azienda di viale Europa che il rapporto di collaborazione si sarebbe naturalmente concluso. Le motivazioni dettate dall’azienda, che richiede i suoi medici dopo 18 mesi di collaborazione con il pronto soccorso del Piemonte in plus orario, 48 ore al mese ciascuno, sono diverse e dovute soprattutto a esigenze di organizzazione del lavoro. “Noi possiamo tamponare alcune situazioni di emergenza - ha spiegato il direttore sanitario dell’Asp, Domenico Sindoni- non si possono utilizzare risorse umane appartenenti a un’altra azienda. Via via diverse nostri operatori sanitari sono andati via, o in pensione o per cambio di azienda, e dobbiamo coprire postazioni di ambulanze medicalizzate, come ad esempio a Letojanni. Stiamo cercando di far frontea queste carenze di vuoti d’organico mantenendo le 168 ore previste dal contratto di lavoro. Non si possono fare più di 48 ore di straordinario nell’arco di un mese, ma se proprio si deve, commenta Sindoni, lo faremmo fare nei nostri servizi. Con questi medici copriremmo i vuoti di organico dovuti anche alle assenze per malattia. Inoltre, spiega il dirigente Asp, dobbiamo riorganizzare l’attività in tutta la provincia portando i medici che attualmente lavorano in ogni postazione da sette a 5 ed evitare i cosiddetti raddoppi. L’assessorato regionale infatti con una circolare, aggiunge Sindoni, ci impone di ridurre i contratti a tempo determinato, per cui dovendo osservare questi dettami saremo costretti ad utilizzare di più i nostri medici”. Dall’altro lato la dirigenza del Piemonte dopo aver avuto modo di conoscere l’esperienza dei medici dell’emergenza dell’Asp e avere avviato dei corsi di perfezionamento che hanno consentito di raggiungere un sistema perfetto di gestione delle emergenze adesso fa fatica a rinunciare al prezioso personale e cerca una mediazione con l’azienda. Al limite aspetterà i probabili cambiamenti nel sistema regionale sanitario del post elezioni.

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