Il congresso provinciale del Partito Democratico si è tenuto solo cinque mesi fa, eppure sembra passato un secolo. In quell’occasione, con un tesseramento massiccio ma non bulgaro, quella che sarebbe diventata la corrente universitaria piazzò la propria bandierina, senza scoprire più di tanto le proprie carte. Ad uscire vincitore, invece, fu l’allora deputato regionale Pippo Laccoto, che riuscì a piazzare alla segreteria un suo uomo, Paolo Starvaggi, ponendo le basi per tracciare un percorso che avrebbe dovuto consegnare la segreteria cittadina al gruppo dei renziani della prima ora. Cinque mesi fa, i rapporti di forza interni hanno trovato assetti nuovi, con equilibri decisamente sbilanciati verso quella che, dalle urne regionali, è venuta fuori come l’area forte del Pd messinese: l’area universitaria, appunto. Gli oltre 11 mila voti ottenuti dal dg dell’Ateneo Franco De Domenico (di cui più di 6 mila in città) hanno reso quella “bandierina” di luglio un presidio assolutamente centrale, rendendo il rettore Pietro Navarra l’interlocutore imprescindibile per ogni tipo di ragionamento futuro.
Lo hanno compreso subito i non eletti, come Matteo Sciotto e Pippo Laccoto, che hanno dato subito segnali di apertura agli universitari. Lo ha compreso certamente il gruppo che fa riferimento a Beppe Picciolo, che dall’Ars è rimasto fuori nonostante i suoi 12 mila voti ma che sembra deciso più che mai a formare con Navarra il nuovo asse di riferimento del centrosinistra a Messina. Con la sua “Sicilia Futura”, ma dentro il Pd. Il messaggio è stato chiaro lunedì scorso, quando i quadri di partito di “Sicilia Futura” si sono riuniti a Cristo Re con un ospite d’eccezione, proprio Navarra. Definito un «fraterno amico» da Picciolo, per il quale il rettore «ha voluto prendere parte alla discussione politica a titolo personale e familiare». In realtà quella di Navarra era una presenza politica, e le parole del rettore stesso hanno sgombrato il campo dagli equivoci: «È arrivato il tempo che il merito torni ad essere stella polare anche nella politica nostrana e quanto fatto da Sicilia Futura e Beppe Picciolo per la nostra comunità nel corso dell’attività parlamentare è sicuramente un modello da seguire».
Oggi Picciolo e Cardinale incontreranno a Roma il segretario del Pd Matteo Renzi. E con loro probabilmente ci sarà Navarra. Insieme saranno anche alla Leopolda. Dove, invece, non ci saranno per la prima volta i cosiddetti “renziani della prima ora” di Messina. Quantomeno non tutti. Perché accanto ai nuovi patti e strategie, ci sono malumori che serpeggiano neanche tanto velati.
Con l’asse Navarra-Picciolo destinato a fare la voce grossa (anche in ottica primarie per la candidatura a sindaco), ma anche con il gruppo di Gianpiero D’Alia che dopo la delusione delle regionali cerca spazi nel centrosinistra, sono proprio gli spazi ad assottigliarsi sempre di più. Spazi che qualcuno (c’è chi evoca il battagliero gruppo del “Lucky beach” post-elezioni del 2013), dopo anni di militanza, potrebbe iniziare a cercare altrove. Anche fuori dal Pd.