Forse i messinesi non lo sanno ma la nostra città può contare su tre grandi piscine: l’impianto natatorio del complesso Cappuccini, la comunale nei pressi di villa Dante intitolata alla povera Graziella Campagna e quella di viale della Libertà. Quest’ultima, va precisato, è fruibile a intermittenza, gli orari sono variabili, basta informarsi sulle condizioni meteo e ogni volta che arriva la pioggia (non c’è bisogno di temporaloni e nubifragi, è sufficiente una mezz’oretta di pioggerellina), la piscina è subito a disposizione dei cittadini. Oltretutto l’ingresso è gratuito, non ci sono custodi e la si può utilizzare come si vuole.
Ci si scherza su, ma la questione, purtroppo, è serissima. E di voglia di scherzare non ne hanno più i residenti della zona, gli automobilisti che finiscono incolonnati nel tratto tra il Ringo, la Rada di San Francesco e il quartiere fieristico, e soprattutto i commercianti, costretti addirittura a chiudere, quando piove, i propri esercizi. Come ha fatto ieri mattina, per l’ennesima volta, il signor Velardi, titolare dell’edicola davanti agli imbarcaderi della Caronte&Tourist: «Così non si può più vivere e lavorare, io perdo clienti e soldi, non è giusto». Per attraversare pochi metri tra la carreggiata e il marciapiede, ci vorrebbe una barca, un gommone, una gondola come a Venezia. E in più c’è quell’odore nauseabono che promana dai tombini che vanno puntualmente in tilt e dai quali escono liquami che si confondono con l’acqua piovana. Una situazione inaccettabile, qualunque sia la causa per la quale non si riesce a trovare rimedio.
«Invece dei cordoli e delle aiuole “piene di fiori” che abbelliscono il percorso del tram – scrive Gianni Bruno, nostro affezionato lettore –, perchè non sostituirli con archetti parapedonali più bassi (30-40 cm.)? In tal modo l'acqua non rimarrebbe bloccata nella corsia monte ma potrebbe defluire liberamente verso il mare e non creare tali e tanti disagi alla circolazione ed agli operatori commerciali della zona».
Quasi tutti i cittadini di viale della Libertà imputano alla presenza della linea tranviaria la causa dei perduranti allagamenti. E non perché la gente sia contraria al tram – i primi a fruire del servizio sono proprio gli abitanti della zona, che hanno ad un passo il capolinea nord – ma perché nel 2017, anzi quasi 2018, è incredibile che non si sia escogitata una soluzione al problema che si trascina ormai da lunghi anni. Prima il punto critico era quello antistante la Fiera, ora è quello davanti alla Caronte&Tourist, in ogni caso le scorte di pazienza sono esaurite. «Capiremmo ci fosse un’alluvione, ma ad ogni pioggia no, non è possibile!», è l’accorato “grido” di residenti e commercianti. E va ascoltato, perché inutile è parlare di opere e progetti futuri, se non si risolvono le criticità del giorno per giorno.(l.d.)
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