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Le elezioni non finiscono mai: manovre in corso

Le elezioni non finiscono mai: manovre in corso

C’è chi analizza i dati elettorali, spulciando le varie sezioni per “leggere” il contributo di questo o quel portatore di voti. C’è chi, più che contare, “riconta” perché ritiene che l’esito delle urne sia diverso da quello fin qui ufficializzato. E c’è chi è pronto ad utilizzare il responso delle regionali come base di partenza per nuovi ragionamenti, che guardano ai prossimi appuntamento elettorali.

A dieci giorni dalle regionali che hanno consegnato Palazzo d’Orleans a Nello Musumeci e aperto le porte dell’Ars a dieci messinesi, di cui sette “debuttanti”, partiti e segreterie continuano ad essere in fermento perché l’agenda è fitta di punti caldi. La distinzione partiti-segreterie è tutt’altro che casuale. Prendiamo l’esempio di uno dei nodi più attuali, la composizione del governo regionale. A Messina Forza Italia, come partito, ha contribuito non poco alla causa di Musumeci ed è logica l’aspettativa di un assessorato. E qui entrano in gioco le “segreterie” del singolo deputato, ex deputato, candidato deputato. Perché se sulla carta i vari Luigi Genovese, Tommaso Calderone, Bernardette Grasso, Nino Germanà, Santi Formica hanno corso insieme, il 5 novembre, in realtà ognuno guarda all’acqua da portare al proprio mulino.

E così all’ipotetico assessorato forzista ambiscono, con eguale intensità, tanto Formica (al quale sarebbe stato garantito in fase di campagna elettorale) quanto Germanà, che dalla sua ha in dote il piazzamento d’onore (ma non da onorevole) del primo dei non eletti e per questo in pole position. E non è da meno la spinta che giunge dal gruppo genovesiano: il rampollo di famiglia Luigi ha sbancato le urne come da tradizione dinastica, con oltre 17 mila voti, e adesso l’area rivendica un ruolo governativo. Il nome “presentabile” messo sul piatto sarebbe quello dell’ex segretario provinciale Pippo Rao.

Le stesse segreterie – individualmente – guardano con interesse ai dettagli in via di approfondimento della nuova legge elettorale. Le prossime politiche, infatti, restringeranno il campo dei candidabili ai nomi da mettere in gioco per il collegio uninominale e a quelli dei “listini” del proporzionale. I meccanismi sono ancora sotto esame, i gregari di partito si sono messi a studiare. Ma è chiaro che la priorità, risolto il nodo governo regionale, sarà individuare i candidati alle nazionali.

Non sarà semplice, ad esempio, per il gruppo Genovese riuscire a piazzare il nome preferito, quello di Franco Rinaldi, coinvolto insieme al cognato Francantonio sia nell’inchiesta sulla formazione professionale, sia in “Matassa”. È sempre vigile, invece, l’occhio della presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, in un primo momento in pole position per la candidatura regionale, fin quando in campo non è sceso l’erede.

Inevitabilmente prematuro, a questo punto, ogni discorso sulla candidatura a sindaco, che sarà consequenziale solo alla risoluzione di questi rebus (anche se una “frangia” di Forza Italia, quella più vicina a Formica, un candidato ce l’avrebbe già, il capogruppo Pippo Trischitta). Ma prende piede anche dentro i partiti l’idea che la partita delle amministrative si giocherà soprattutto con quattro blocchi sul terreno di gioco: quello di centrodestra, che ruoterà attorno all’area Genovese; quello di centrosinistra, che ha invece nella corrente universitaria del Pd il nuovo perno; quello che si formerà al fianco del sindaco uscente Renato Accorinti, per la cui ricandidatura manca solo l’ufficialità; e quello del Movimento 5 Stelle, che si è confermato primo partito cittadino proprio in occasione delle regionali.

Il Partito Democratico si è dato appuntamento a domani pomeriggio per analizzare, nel corso della direzione provinciale, il voto del 5 novembre ma non solo. Si discuterà anche dell’impostazione da dare alla direzione cittadina e alle strategie da adottare in vista delle Politiche e delle amministrative. La corrente universitaria, che fa sempre più accoliti (vedi l’ex capogruppo Antonella Russo, ma ci sarebbero anche diversi crocettiani), dopo il successo di Franco De Domenico, è intenzionata a farsi promotrice di un confronto interno, senza giocare il ruolo di asso pigliatutto. Anzi, proprio dall’area d’Ateneo, che al vertice ha il rettore Pietro Navarra, partirà l’iniziativa per l’apertura di un tavolo con Sicilia Futura di Beppe Picciolo (che affila le armi per un possibile ricorso, non considerando chiusa per nulla la partita delle regionali), con i Centristi di Gianpiero D’Alia, ma anche con l’ala più a sinistra del Pd. Una linea che potrebbe emergere già dall’appuntamento in programma domani pomeriggio.

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