Un’associazione organizzata con una netta divisione dei compiti e dei ruoli: così il Gip Daniela Urbani ha disegnato l’assetto della “scuderia Minissaloti” nell’ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta della Procura della Repubblica. Nove i soggetti destinatari, considerati componenti del sodalizio della zona Sud a capo del quale ci sarebbe stato il 33enne Stello Margareci (venditore ambulante di frutta), in carcere nell’ambito dell’operazione “Zikka”. «Ogni componente ha un ruolo definito, in sintonia con una struttura piramidale, e la suddivisione delle funzioni è necessaria per la complessità dell’evento delittuoso che pretende una realizzazione ad hoc della varie fasi con specifiche competenze anche tecniche, si pensi al fantino o al veterinario compiacente». Quest’ultimo, il palermitano Francesco Franzino, che dovrebbe essere sottoposto ai domiciliari, è ancora ricercato. «L’organizzazione – si legge ancora –, ha dimostrato di possedere una rapida e immediata abilità organizzativa, capacità di controllo e di prevenzione di eventi di contrasto, come l’azione delle forze dell’ordine, ed in definitiva capacità di portare a sistema l’illegalità con un adeguato controllo del territorio. Le corse clandestine organizzate direttamente su strada e normalmente di domenica, mentre la città dorme, con cavalli che arrivano nel furgone, con la gente che sta ai bordi della strada, tifa e nel contempo chiude con i mezzi le strade e controlla le vie secondarie, evidenziano l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita alle scommesse clandestine, fonte di sicura attività lucrativa».
Dalle indagini è stata riscontrata la partecipazione a competizioni non autorizzate tra animali tale «da mettere in pericolo l’integrità fisica e certamente tra di esse rientrano le corse clandestine di cavalli, idonee a procurare danni agli animali in quanto i cavalli sono costretti a correre lungo strada asfaltate, con conseguenti seri rischi di danni agli arti, sono imbottiti di anabolizzanti e droghe, frustati in continuazione».
Tante le caratteristiche di pericolosità: rischio di lesioni fisiche, assenza di accorgimenti per evitare lesioni, pericolo di scivolare sull’asfalto, sollecitazioni ai legamenti senza terra battuta, mancanza di paratie laterali, uso di frustino e torcilingua. L’associazione della “scuderia Minissaloti”, secondo il giudice per le indagini preliminari, «pur gravitando nell’universo mafioso e sviluppandosi dallo stesso humus socio-culturale, ha trovato una propria autonomia ed una fonte di guadagno rappresentata dall’uso di cavalli per attività illecite e quindi specializzata in sfruttamento di animali finalizzato al giro di scommesse collegate alle corse e in termini di ribalta per i solidali e il capo».
Intanto l’assessore comunale con delega al Benessere degli Animali, Daniele Ialacqua ha palesato la disponibilità dell’Amministrazione comunale a costituirsi parte civile dopo l’esecuzione dei carabinieri delle ordinanze. «L’operazione – dichiara Ialaqua – fa seguito ad altre inchieste svolte in questi anni dalle forze dell’ordine a Messina, avevo già evidenziato la disponibilità dell’Amministrazione per porre in essere tutte quelle iniziative necessarie a combattere una pratica incivile che mette a rischio la pubblica e privata incolumità, ledendo in maniera disumana il benessere degli animali. Pertanto chiedo – prosegue l’Assessore – che vengano avviate le procedure affinché il Comune possa costituirsi parte civile, in caso di avvio di un procedimento giudiziario nell’ambito dell’operazione “Zikka”, ed il monitoraggio del fenomeno sul maltrattamento degli animali utilizzati per lotte e corse clandestine, con la sinergica azione tra istituzioni, forze dell’ordine, associazionismo e cittadini, per fare fronte ed arginare questo criminale e crudele fenomeno».
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